Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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« posse, seti plurimarum vires esse incognitas : quorum in numero fuit Herophilus clarus medicina, a quo ferunt dictum, « quasdam fortassis etiam calcatas prodesse » (D. Fedele a questi principii fece grande uso dei rimedii sì semplici che composti. Si asserisce altresì essere egli stato il primo a parlare con esattezza dei criterii che si desumono dal ritmo delle arterie.
In seguito delle grandi innovazioni da quei sommi maestri recate alla medicina, l'esercizio di essa, che fino allora, a dire di Celso (2) « Eisdemque temporibus in tres partes medicina diducta « est, ut una esset, quae victu; altera quae medicamentis; tertia « quae manu mederetur. Primam oaiT^Tixvjv, secundam TtxriV « tertiam xsipoupyt/^v Graeci nominarunt » era in tutte le sue applicazioni affidato ad un solo medico, venne diviso in tre parti:
Dietetica;
Medicamentaria;
Chirurgica;
«
ed affidato a tre differenti persone.
Cosicché vi era un medico specialmente incaricato di stabilire le regole dietetiche; altro medico prescriveva i medicamenti da usarsi; e ad un terzo finalmente erano affidate le cure così dette chirurgiche.
I medici dietetici rappresentavano la parte più dotta e filosofica della medicina, per essere eglino conoscitori grandissimi dei segreti della natura « ejus autem quae victu morbos curat longe « clarissimi Auctores altius quaedam agitare conati, rerum quoque « naturae cognitionem sibi vindicaverunt, tamquam sino ea trunca « et debilis medicina esset ».
Quelli che appartenevano all'esercizio della farmaceutica o parte medicamentaria, curavano le malattie usando internamente ed esternamente con metodi varii, e cioè con applicazione immediata sulla cute, con unzioni o frizioni, quei rimedii che meglio giovar potessero agli infermi.
(1) Plinio — Lib. xxv, 2.
(2) Celso — Praef.; Lib. i.
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