Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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mentava della gotta) cita l'incantesimo di Tarquenna e ne sorride indirizzandosi a suoi amici Agrio, Agrasio, Yarrono e Tremellio Scrofa.
Credo utile riferire 1' intero brano onde si vegga con quanta leggerezza sia stato giudicato
« Dio sodes, inquit Fundanius : num malo do meis pedibus audire, quam quemadmodum pedes betaceos seri oportet.
« Stolo subridens, dicam, inquit, eisdem, quibus ilio verbis « scripsit, vel Tarquennam audivi. Quum liomini pedes dolere « coepissent, qui tui meminisset ei mederi posse. Ego tui memini, « medere meis pedibus. TERRAAI PESTEM TENETO. SALVVS « UIC MANETO. Hoc ter novies cantare jubet, terram tangere, « despuere, jejunuin cantare. Multa inquam, item alia mimatila, « apud Sasernas invenies, quae omnia snnt diversa ab agricultura « et ideo REPVDIAKDA. Quasi vero, non apud coeteros scriptores « talia reperiantur. »
IX. E laddove sviluppa il concetto dell' igiene rurale, Varrone prescrive al magister ritris di portar seco tutti quelli istromenti,
omnia seqiianlur instrumenta, elio possono essere adoperati per
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preparare il vitto degli uomini e per la medicina del bestiame W.
Venendo poi a parlare delle epizoozie segue esattamente a descrivere le cause della maggior parte dei morbi che affliggono le pecore, ammettendo per principalissime, il caldo e il freddo eccessivo, la soverchia fatica e la poca esercitazione. Fa anche rilevare i danni che derivano all'armento, ove senza alcun indugio, dopo prolungato moto gli sia apprestato cibo o bevanda P).
Sintomo patognomonico di malattia è la febbre. Le pecore che sono afflitte dal morbo, hanno continuamente aperta la bocca; il loro respiro è affannoso; la temperatura del corpo di molto aumentata. In seguito di ciò Varrone prescrive opportuni rimedii di semplice natura e di esperimentata efficacia. Avverte in pari
(1) Varrò
(2) Varrò
(3) Varrò
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Tarquenna Agrio Agrasio Yarrono Tremellio Scrofa Fundanius Tarquennam Sasernas Varrone Varrone Varrò Varrò Varrò Hoc Multa
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