Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Lo teorie di Asclepiade possono giustamente considerarsi basate sopra concetti diametralmente opposti alle scuole vetuste di Coo e di Guido. Giovandosi delle altrui cognizioni e in specie di quelle tratte dalle opere di Erofilo e di Erasistrato, tentò di stabilire in Roma un nuovo metodo di cura, rovesciando la scuola romana, come già Erofilo ed Erasistrato avevano scosso il giogo degli Eraclidi.
      Vi riuscì pienamente, come è testimoniato da Plinio (0 suo nemico acerrimo, che pur trattandolo senza tante reticenze da impostore, è costretto a confessare che l'antichità tenne fermo fino all'epoca di Asclepiade. « Durabat tamen antiquitas firma, donec « Asclepiades medicinam ad eausam revocando conjecturam fecit ».
      IV. Asclepiade per meglio riuscire nell'arte salutare e far cosa accetta ai Romani avidi e studiosi in quell'epoca di filosofia, volle dare agli studii medici un aspetto filosofico, propugnando che i principii costitutivi di tutti i corpi sono gli atomi o piccoli corpuscoli, la cui esistenza è più immaginaria che realmente provata. Tali atomi incontrandosi e urtandosi a vicenda si suddividono in frammenti innumerevoli ed indeterminabili per grandezza e figura, e questi mediante movimenti di avvicinamento e riunione costituiscono tutto ciò che esiste. Il numero poi e l'ordine dei medesimi determinano la figura e la grandezza dei corpi.
      Su tali principii filosofici egli fondò il suo sistema di medicina. L'insieme dei corpuscoli e la diversità di loro figura danno luogo, secondo lui, ad alcuni spazii o pori che si riscontrano immancabilmente in tutti i corpi. Quindi, per analogia, anche il corpo umano ha i suoi pori. Questi si riempiono d'un fluido sottile che s'infiltra in tutta l'estensione e profondità del corpo, mediante le comunicazioni interstiziali. Gli spazi vuoti o pori sono più o meno grandi; il fluido che vi penetra più o meno sottile, è costituito di molecole di grandezza differente. Il sangue contiene le molecole più grandi del fluido: il calore e lo spirito le più piccole e delicate. Per le vie aperte degli spazii sono in continuo
      (1) Plinio — xxix, 3.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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