Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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speculativa e filosofica maggiormente si confacovano alle schiette e maschie abitudini dei Romani.
Trovò ancora che le savie leggi sanitarie preservavano in guisa la salute del popolo, da rendere molto meno necessario il soccorso speciale dell'arte medica quale essa fosse, o a (inali criteri di minor conto ispirata. Egli, secondo i più accreditati storici, non fece che coprire di nuovo abito scientifico e nuovi concetti la medicina di Roma, per nulla scostandosi nella pratica dall'antica igiene.
Per ron dispiacere ai Romani più saggi, dei quali egli abilmente si era acquistata l'amicizia, e per meglio assicurare la sua riputazione, divenuta in breve tempo straordinaria, cercò di accostarsi alquanto al sistema filosofico di Democrito e di Epicuro. Ben è vero che questi due filosofi ebbero anche essi avversari; ma Asclepiade aveva d'innanzi agli occhi fesempio di Lucrezio Caro, poeta e naturalista, che modificando leggermente il concetto assoluto degli atomi di Epicuro (dai Catoniani non accetto, essendosi Catone dimostrato pangermista più che atomista) era divenuto il poeta favorito degli assennati e colti patrizi. Orbene, pensò Asclepiade, egualmente si faccia in medicina, e la riuscita non può fallire.
Infatti senza curarsi gran che se fosse conosciuto in Roma (pianto avevano scritto Talete e Pitagora, spacciò per cosa sua la teoria della divisibilità all'infinito degli atomi, proclamata da quegli antichi maestri. In tal guisa si opponeva a Leucippo, Democrito ed Epicuro che credeano gli atomi indivisibili affatto. Questo spirito di contradizione e di antitesi si scorge ad ogni passo in tutto il suo esercizio medico; .e molte di quelle cose che adoperò, sebbene nuove per Roma, furono effettivamente prese da altri.
L'esercizio della ginnastica che egli consigliava ai malati era uii precetto dato dall' antico Prodico. Seguendo Erasistrato non consigliava affatto quest' esercizio del corpo agli individui che stavano bene in salute; e ciò per fare antitesi e introdurre novità nella vita dei Romani, che secondo le più razionali norme igieniche prescrivevano la ginnastica per agevolare lo sviluppom
o ottenere la robustezza delle membra.
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