Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
modo adorno e persuasivo di favellare, e per la scelta di rimedii graditi e per nulla incresciosi: (0 « atque (ut necesse erat Uomini « ([iti nec id egisset, nec remedia nosset, oculis usuque percipienda) « torrenti ac meditata quotidie oratione blandiens omnia abdicavit: « totamque medicinam ad causam revocando conjecturam fecit, « quinque res maxime communium auxiliorum professus abstinentiam cibi, alias vini, fricationem corporis, ambulationem, « gestationes » <2). Queste cose tutte incontrando Y universale aggradimento, perchè poteano làcilmente da tutti eseguirsi, fecero ottenere a lui fama e quasi adorazione divina. Con mirabile ar-teficio si rendeva padrone della fiducia degli infermi, ordinando il vino o l'acqua, secondo che egli reputasse opportuno; e tutto ciò con la più squisita gentilezza di modi, e con la più ornata facondia <3).
Studiò anche la maniera di rendere con letti meccanici, ora mobili, ora inclinati, ora sospesi e di adatti tessuti, meno penosa la giacitura dei malati, alleviandone le sofferenze e conciliando loro il sonno. Mise ancora ogni cura nel rendere più comune nella cura delle malattie Fuso dei bagni già così diffuso nelle costumanze romane; nè mancò in tutte queste cose di imitare quanto aveva appreso da Erofìlo, Cleofanto e Marco Varrone. Perciò Plinio si sdegna che un uom ) siffatto, spinto unicamente dall'avidità del guadagno, abbia potuto dettare leggi sulla salute dell'umanità, le quali però in seguito furono come di ragione, abbandonate da molti: « Id solimi possumus indignali, « unum hominem e levissima gente, sine opibus ullis orsum, vectigalis sui causa, repente leges salutis liumano generi dedisse, « quas postea abrogavere multi ». Onde Plinio, dopo avere alquanto parlato sui varii modi usati da Asclepiade nel curare le malattie, non ismentisce quello che assevera sul principo del capitolo, che cioè l'antichità tenne fermo fino all'epoca di quell'avventurato medico, che cambiò e fé' progredire la medicina. Altrove lo stesso
(1) Plinio — xxvi, 3.
(2) Plinto — vii, 37.
(3) Celso — n, 0.
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