Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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al Puccinotti ^ chiamare pangermismo, più che atomismo « imperocché quei seminìi, quei germi di che vi si suppone pieno « l'universo è idea tutt\ romana, facile a dilatarsi qual principio « di fìsica generale nella niente di un.popolo agricoltore ». Onde alla versatile mente di Asclepiade non fu difficile fare un miscuglio della greca scuola atomistica con la romana tradizionale pratica del principio dei seminìi e dei germi ; e a quella di acco-
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modare con molta abilità la sua teoria corpuscolare. Come e egualmente vero che Asclepiade nulla di nuovo insegnò di suo proprio talento; imperocché in fisiologia segui Erasistrato ed Empedocle Agrigentino ; in terapia moltissimi fra i quali Cleofanto, Prodico, Catone il Censore, che adoperò nelle malattie il vino semplice o medicato, e Terenzio Varrone, che come dicemmo, parlava già a suoi tempi delle avite pratiche; e appellando la medicina scienza, con giusto e razionale criterio ed apposite investigazioni, avoala divisa nello studio speciale delle malattie e loro cause.
Asclepiade escluse molte teorie aristoteliche non reputandoleconsentanee al sistema da lui immaginato: disprezzo in apparenza
le dottrine ippocratiche, non avendo mancato anzi di prendereprecisamente dagli scritti di quel capo-scuola molti concetti sulle
alterazioni organiche, dei quali assai si giovò la sètta metodicaautrice della teoria del solidismo, proclamata in seguito non da Asclepiade, ma da molti suoi egregi discepoli.
Eloy attribuisce al talento di Asclepiade F indirizzo dato alla medicina nella ricerca delle cause delle malattie, per cui l'arte salutare cangiò interamente. Ciò non è esatto. Abbiamo già veduto che Varrone nel dare precetti di medicina agricola, aveva manifestato come fosse proprio della scienza medica riconoscere le cause di ciascuna malattia « quae cujusque morbi sint causae », prima che Asclepiade avesse introdotto la teoria degli atomi e dei corpuscoli. Dottrina molto facile ad immaginarsi in specie da un filosofo medico, e più che medico filosofo, e atta a stabilire congetturalmente le cause delle malattie; ma sorgente grave di errori applicata ai casi pratici.
(1) Puccinotti — Storia della medicina; iv, 9, 007.
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