Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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regime dietetico doveva regolarsi a seconda dei casi, dissentendo cosi da Ippocrate che aveva stabilito una norma fissa per ogni caso di malattia. In tutte le varie specie di febbri consigliava l'astinenza e la regola del vitto, non accordandosi pienamente in ciò con le differenti teorie dei due medici succonnati. Insistè però moltissimo nel dare savii precetti per la conservazione della salute, mostrando in siffatta guisa di prediligere nella medicina la igiene, verso cui convergevano sempre gli sforzi tutti della legislazione romana. E mi aggrada osservare come equilibrando esattamente i sistemi d'Ippocrate e di Asclepiade, Celso consigliava le purgagioni e la flebotomia che costituivano forse, colla retta somministrazione dei cibi, (pianto di meglio a' suoi tempi e nelle condizioni fisiopatologiche, si conoscesse.
E manifesto da ciò che le teorie del fortunato Asclepiade, dopo la sua morte, se non pure lui vivente, trovarono opposizioni di non lieve entità. Lui spento, sorse una sètta che si attenne alle norme fondamentali delle sue dottrine, ma non trasse veramente il nome da lui. Appartennero a questa sètta cultori celebri che illustrarono e imposero il nome di metodica alla scuola da essi formata. Ammettiamo che Galeno richiamando in vita le teorie ippocratiche, avesse in seguito dato il colpo di grazia al sistema metodico oscurando in guisa Asclepiade che di lui più non si I aliò se non molti secoli dopo, e cioè quando i progressi della anatomia dal XIII al XVII secolo, per Mondino, Yesalio, Falloppio, Eustachio , Fabricio , Aselli, Malpighi, Borelli e Bellini, ebbero additato il rinascimento del solidismo, mediante anche i valevoli soccorsi della filosofia cartesiana e della scoperta della circolazione del sangue. Ma è pur vero che l'istesso sistema che doveva essere, sotto altre metamorfosi, così caldamente sostenuto ai nostrigiorni, poco dopo il suo nascere non ebbe forza alcuna di tenersi
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in piedi, giacché il criterio positivo dei Romani personificato nell'immortale opera di Aulo Cornelio Celso, aveva mantenuto intatta la medicina nazionale.
Da questi raffronti storici è provato chiaramente come antica, e del pari eterna, debbo risultar sempre la lotta fra quei due sistemi medici Umorismo e Solidismo.
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