Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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al detto ventricolo, havvene un simile nel quale il sangue affluisce per la vena cava del fegato. In tal guisa si spargono per tuttoil corpo, il sangue a mezzo delle vene; e l'aria a mezzo delle arterie. Tal molteplice spesso e complicato intreccio di cose, addimostra incredibile forza d'un'opera artificiosa e divina.
« Che dirò delle ossa? Soggette al corpo, hanno mirabili rapporti con esso. Nella loro stabilità, si adattano ai contorni delle membra, e ad ogni movimento e azione del corpo. Aggiungi i nervi che sostengono gli arti, e hanno dipendenza con tutte le parti del corpo, spargendosi per ogni dove, come le rene e le arterie che traggono origine dal cuore.
« Molte cose possono aggiungersi a siffatta diligente e assidua provvidenza della natura, da chiunque comprenda quanto di grande e di sublime è stato agli uomini largito da Dio. Benché creati dal fango, li costituì alti ed eretti, onde guardando il Cielo, potessero intendere le cognizioni divine. Ed invero sulla terra vivono gli uomini non come passeggeri ed abitatori, ma quasi come spettatori delle cose supreme e celesti : spettacolo che a niun altro essere animato è concesso.
« I sensi poi interpreti e nunzii delle cose, meravigliosamente a necessari usi sono fatti. Trovansi perciò collocati, quasi come sulla cima d'una rocca, nel capo. Gli occhi, come vedette, tengono altissimo luogo, e adempiono il loro ufficio, guardando molte cose. Le orecchie per la percezione dei suoni stanno in luogo alto anche esse. Similmente le narici, poiché ogni odore viene spinto in alto, non senza ragione furono poste vicine alla bocca, affinchè il loro giudizio sui cibi e bevande, fosse di gran peso. Ed il gusto che deve conoscere la qualità dei cibi è situato nella bocca, che per disposizione della natura serve d'ingresso ai cibi e alle bevande. Diffusamente per tutto il corpo estendesi il senso del tatto, onde sieno avvertite le cose che si toccano, e gli effetti eccessivi del caldo e del freddo. Come nelle fabbriche gii architetti allontanano dagli occhi e dalle narici degli inquilini, tutto ciò che di tetro e sordido possa esistere, così la natura provvide all'allontanamento di tali cose, mediante i sensi.
« Quale artefice, fuori della astutissima natura avrebbe potuto
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Dio Cielo
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