Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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Il surriferito brano, secondo Puccinotti, è segnacolo della romana sapienza, palladio inauguratore degli studii anatomici italiani, istituiti da Celso a Morgagni; modello di quella lingua anatomica latina, in cui furono tradotte nelle età antiche tutte le opere dei medici greci.
Io sono ben lungi dall'attribuire a quella esposizione di Cicerone un grande valore, parendomi una rassegna brevissima degli organi dei sensi, di alcuni visceri e delle parti esteriori del corpo umano; e giudico che Cicerone col brillante suo stile abbia voluto valersi delle cognizioni anatomiche apprese dai seguaci di Erofilo e* di Erasistrato, più per pregio d'arte oratoria, che per inaugurare studii medici.
Invero parlando delle difese di cui natura ha provveduto gli organi dei sensi, Cicerone li descrive piuttosto metaforicamente in rispetto alla loro posizione, che fisiologicamente a seconda dell'ufficio che adempiono. Gli occhi e le orecchie sono per lui organi speculatori, per cui occupano altissimo luogo. L'odorato e il gusto sono vicini perchè possano trarre simultaneo giudizio sui cibi e sulle bevande.
II. Altrove lo stesso Cicerone chiaramente ci dimostra come presso i Latini, da gran tempo la scienza fisica fosse coltivata; e gli oracoli, i sogni, i misteriosi divinamenti e le arcane cure di Apolline e di Esculapio messe da banda e derise. Il grande oratore critica acerbamente Crisippo stoico, che aveva avuto la stolida pazienza di raccogliere in un grosso' volume gli oracoli di Apollo, parte falsi, parte riusciti veri per caso ; i più ambigui ed oscuri in guisa da avere l'interprete bisogno d'interprete, e la sorte medesima doversi affidare alla sorte. E nota ancora come l'oracolo di Apollo si fosse ammutolito fin dai tempi di Pirro f1'. « Sed jam ad te venio, o sancte Apollo, qui umbilicum terrarum « certe obsides, linde superstitiosa primum saeva evasit vox fera. « Tuis enim oraculis Chrysippus totum volumen implevit partim « falsis, ut ego opinor, partim casu veris, ut fit in omne ora-
(1) Cicero — De Divinatione.
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