Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Ammette che la vista è prodotta da simulacri emanati dalla superfìcie dei corpi e che per essi (raccolti in membrane diafane, leggiere, che penetrano nel corpo visivo dell'organo oculare), si acquisti l'idea delle qualità fìsiche, delle distanze • e movimenti degli oggetti che ci rappresentano. Ammette ancora che l'organo oculare come quello che riceve la sensazione non può fallire, fallisce bensì l'uomo allorché formula sulla percezione degli oggetti stessi idee troppo preconcette e precipitose. Il vibrarsi dei simulacri urta e discaccia l'aria interposta O).
      Esse in imaginibus quapropter causa videtur Cernendi, neque posse sine his res ulla videri. Nunc ea quae dico rerum siinulacra feruntur Undique, et in cunctas jaciuntur didita parteis: Verum nos, ocnlis quia solem cernere quimus, Propterea fit, ubi specicm quo vertimus, omnes Res ibi eam contra feriant, forma atque colore Et, quantum quaeque a nobis res absit, imago Efficit ut videamus, et internoscere curat. Nam cum mittitur extemplo protrudit agitque Aera, qui inter se cumque 'st, oculoque locatus.
      . . . . Sol nell'immagini consiste La cagion del vedere e senza loro Ciechi affatto sarian tutti i viventi. Or sappi clic l'effìgie e i simulacri Volano d'ogni intorno e son vibrati E diffusi e dispersi in ogni banda: Ma perchè solo atti a veder son gli occhi, Quindi avvien che dovunque il vòlto volti Ivi sol delle cose a noi visibili La figura e il color ti s'appresenta. E, quanto sia da noi lunge ogni corpo, Il simolacro suo chiaro ne mostra Poiché, allor che ei si vibra, in un istante Quella parte dell'aria urta e discaccia Cli'è fra sè posta e noi.....
      (1) LucrezioLib. iv.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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