Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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Ma non tali però che differenza Tra lor non abbia e veramente tondi E da presso veduti anzi ne sembraChe tutti sian quasi adombrati e flati.
L'ipotesi di questi simulacri, quantunque sotto qualche rapportò sembri oggidì strana, nullameno fu accettata anche dal celebre filosofo Gassendi 0).
Parlando del senso dell'udito che riceve i suoni Lucrezio spiega questa sensazione come prodotta dall'eccitamento sull'organo dell'udito dei corpuscoli staccati dai corpi. I suoni e la voce s'intendono allorché i corpuscoli entrando nell'orecchio agitano il senso. Alla formazione della voce concorrono i polmoni l'aspera arteria, le fauci. Quell'asprezza formata dall'aria nella trachea, spiega molto bene come al meccanismo della voce concorrano oPre il passaggio in quella dell'aria, la vibrabilità delle fibre dei muscoli laringei. Vi concorrono ancora possentemente la lingua e le labbra che colla loro movenza e loro forma servono ad articolare i suoni e la voce stessa W.
Principio auditur sonus et vox omnis in aureis. Insinuata suo pepulere ubi corpore sensum Corpoream quoque enim vocem constare fatendum est. Praeterraddit enim vox faucis saepe: facitque Asperiora foras gradiens arteria clamor. Quippe, per angustum, tuba majore coorta Ire foras ubi coeperunt primordia vocum: Scilicet expletis quoque janua raditur oris:
.......Prima s'ode il suonoE s'intendon le voci allor ch'entrando Nell'orecchie il lor corpo agita il senso. Che corporea per certo anco la voce E'1 suon d'uopo è che sia, mentre bastanti Sono a muovere il senso e a risvegliarlo Poiché raschian sovente ambe le fauci
(1) Tito Lucrezio Caro — Traduzione di Alessandro Marchetti. — Milano, Sonzogno, 1875.
(2) Lib. li.
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