Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Poiché ciò che si mira a poco a poco Farsi più grande e dell'adulta etade Tutti i gradi salir, più corpi al certo Piglia per sé che fuor di sé non caccia; Mentre che per le vene agevolmente Può tatto il cibo dispensarsi, ed esse Non son diffuse in guisa tal che molto Ne rimandino indietro e sia maggiore DelVacquisto la perdita. Che certo Forz'ò pur confessar che delle cose Spiran corpi e si partono: ma denno Corrervi in maggior copia infin a tanto Che le possali toccar l'ultima meta Del crescer loro. Indi la forza adulta Si snerva a poco o poco, e sempre in peggio L'età dechina: con ciò sia che, quanto Una cosa ò più grande, essa per certo, Toltone» l'augumento, ognor discaccia Tanto da sé più corpi ; e per le vene Sparger nonpuossi in sì gran copia il cibo, Che quanto è d'uopo somministri al coìpo E ciò che ad or ad or langue e vien meno Sia per natura a rinnovar bastante.
      Proptereat1) capitur Cibus, ut suffulciat artus Et recreet vireis interdatus, atque, patentem Per membra ac venas, ut amorem obturet edundi. Humor item disceclit in omnia quae loca quomque Poscunt humorem, glomerataque multa vaporis Corpora, quae stomacho praebent incendia nostro, Dissupat adveniens liquor; ac restmguit, ut ignem: Urere ne possit calor amplius aridus artus. Sic igitur tibi anhcla sitis de corpore nostro Abluitur; sic expletur ieiuna cupido.
      .....i viventi amano il cibom
      Per ricrear le forze e sostenere Le membra e per le vene e per le viscere Sedar l'ingorda fame. Il molle umore Penetra similmente in tutti i luoghiLib. iv, vers. 865 e seg.
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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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