Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Pompeo Pesto parlando dell' argomento della gravidanza dice la donna appellarsi gravida perchè gravata dal prodotto del concepimento « gravida est quae jam gravatur conceptu », pregnante perchè occupata in generare il prodotto del concepimento « praegnans quae jam occupata in generando quod conceperit », da ultimo chiamarsi inciente quando il feto che porta nel suo seno, è in via di quell'incitamento che precede l'espulsione « inciens « propinqua partui quod incitatus sit foetus ejus ».
      L'Ursino commentatore di Festo saviamente nota che giusta il senso più intrinseco la parola pregnante, equivale all'antico vocabolo geno o quasi ipraegenans. Infatti nel vetusto latino ado-peravansi i verbi genero e genare per gignere. Il momento del parto inciens da cieo che vale affrettare sia per le incipienti doglie espulsive, sia per l'uso di chiamare con fretta intorno a sè quante persone possono portare aiuto in sì critico momento.
      Anche il citato Caio Lucilio parla con qualche accuratezza e cognizione del feto nato a sei mesi che egli ritiene immaturo e destinato a soccombere sicuramente nel mese successivo.
      Qui sex menses vitam ducunt, orco spondent septimo.
      Plauto chiaramente ammette fra i fenomeni fisiologici la superfetazione, mostrandosi del parere di quelli che affermano la donna essere in caso di superfetare.
      Nunc de Aleumena dudum quod dixi minus, Hodie illa pariet filios geminos cluos: Alter 'decumo post mense nascetur puer Quam seminatus, alter mense septumo.
      Plinio tra gli altri fatti riporta quello di una tal donna che diè alla luce due gemelli dopo qualche mese dacché aveva al set-timo mese di gravidanza partorito.
      IX. Ma senza fare ulteriori indagini sugli altri autori latini che hanno trattato di cose attinenti alla scienza fìsio-anatomica limitatamente alle cognizioni che si avevano ai loro tempi, a me


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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