Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Egli chiaramente confessa che per non incontrare il tedio dell'esposizione « ne quid habeat injucunditatis oratio » non si addentra molto nei particolaii. della scienza; e questo prova che le sue cognizioni erano maggiori di quelle manifestate. Tale era poi l'importanza che Cicerone dava allo studio delle scienze fisiche che giustamente sentenziò, esser una delle grandi prerogative dell'uomo, non comune a niun altro genere di cose animate, quella di presentire e investigare tutti i portenti divini e celesti che intorno a lui continuamente si formano e succedono.
      Lucrezio invece non retore, ma filosofo ; non ampolloso e ornato oratore, ma profondo osservatore nella tranquillità de' suoi studii, si addentra molto più di Cicerone nell'oscurità e moltipli-cità del tema intrapreso. È manifesta la differenza che intercede fra l'uno che con la vigorosa e studiata eloquenza cerca il plauso fanatico delle moltitudini, e l'altro che con la calma del profondo osservatore espone in lunghi sei libri la storia tutta della natura, nella quiete e negli agi di sua casa. Lucrezio convinto del pari di Cicerone, dell'aridità del subbietto, in cui questi non giudicaopportuno l'addentrarsi, cerca, per acquistarsi l'attenzione e l'in-i •
      teresse di chi legge, usare la più smagliante forma poetica, retta e moderata in guisa da non fuorviare dall'assunto proposito. E dopo aver parlato della natura e metamorfosi dei corpi, delle facoltà dell'anima, entra nel campo fisico a trattare della respirazione, dell'aria, del calorico, dell'azione degli oggetti esterni sugli organi dei sensi destinati a riceverne le percezioni, di altri fenomeni e funzioni del corpo umano in normale stato, dei seminii dei morbi e principalmente delle malattie pestilenziali e contagiose.
      Che se ambedue i detti autori trattarono della scienza della natura, diversa fu la loro opinione filosofica. Cicerone spiritualista studiò l'argomento poggiando la base di esso negli Dei immortali. Lucrezio apostolo della materia nuda e del suo svolgersi all'infinito, pose ogni sua forza intellettiva nello sviluppare l'argomento della natura, stabilendo che le forze della materia sono inerenti alla materia stessa.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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Cicerone Cicerone Cicerone Lucrezio Cicerone Lucrezio