Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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più elevati fino ai più umili, istituito in relazione grandissima alle misure igieniche che la civiltà nostra apprezza giustamente, senza poter aspirare al vanto di averle per la prima adottate.
Dairistesso luogo venivano promulgate le ordinanze necessarie alla retta esecuzione delle pompe funebri, e all'osservanza del pubblico decoro e dell'igiene; esigendo sempre il trasporto dei cadaveri quelle precauzioni riconosciute atte ad impedire l'esalazione dei miasmi nocivi. Ivi si vendevano ancora gli addobbi necessari alle pompe medesime ; e in caso di morìa non doveva essere meschino il guadagno che si otteneva da siffatto commercio, se a dire di Svetonio, in una sola stagione di autunno, nelle casse della Diva entrò il danaro ricavato da oltre trenta mila funerali « pestilentia unius Autumni qua triginta funerum « millia in rationem Libitinae venerunt » M.
Moltissimi hanno confusi i LVritinarii coi Pollinctores. Ciò è erroneo. I primi erano, per così dire, i capi d'officio, tra i quali si sceglievano il Magister Pompae e il Designator funeris, incarico più nobile di quello dei secondi che giusta le abitudini e le prescrizioni igieniche, sottoponevano a lavacri i cadaveri, li cospergevano di unguenti, e li coprivano di appositi indumenti. Onde i Pollinctores quantunque necessarissimi, erano tenuti a vile ed in turpe e sordida estimazione. Non così i Libitinari a cui appartenevano i due ufficiali civili sunnominati, che solevano organizzare la pompa con la dignità richiesta dalla condizione dell'estinto e sua famiglia. All'adempimento del loro officio po-teano essere in qualche circostanza delegati magistrati esercenti pubbliche cariche. Abbiamo infatti in Valerio Massimo (2> che l'officio di Libitinario poteva esercitarsi senza nulla perdere del proprio decoro, avendosi l'esempio d'un pretore che fungendo in detto officio presiedè ai funerali di Irsio e Pansa « qui tunc Libitinam exercebat ».
Secondo narra Dione Cassio, il tempio della Gioventù, che può in certa guisa considerarsi come un officio di leva., ove si teneva
(1) Svetonio — Nerone; Cap. xeni.
(2) Valerio Massimo — Lib. v, cap. 5.
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