Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      ricorrere al medico e a coloro che fanno professione di ungere il corpo.
      La .vita deve essere variata. Opportuno riconosce di darsi allanavigazione e alla caccia, di alternare la dimora in città, con quella della campagna, risiedendo più spesso in questa che in
      quella. Giovare assai il riposo, ma più di esso il frequente esercizio; essendoché la pigrizia inferma il corpo, la fatica lo cor-• robora: la prima porta precoce vecchiezza, la seconda di lunga giovinezza fa dono. Igienico d'assai è l'uso dei bagni, specialmente se freddi ; igienico di praticare interrottamente le unzioni sulla superficie del corpo. Veruna specie di cibo deve evitarsi, purché se ne faccia uso moderato. Buona cosa di trattenersi al convitto, ottima di ritrarsene. Meglio prender cibo due volte che una sola, curando che sia sempre abbondante, onde la nutrizione si effettui normalmente. Ecco le sue parole:
      « Sanus homo qui et bene valet, et suae spontis est, nullis « obligari se legibus debet: ac neque medico neque alypta egere. « Hunc oportet varium habere vitae genus: modo ruri esse, modo       « semper quam plurimum; dummodo hunc concoquat.......
      « Habitare vero aedificio lucido, perflatum aestivum, hibernum « solem habente; cavere meridianum solem, matutinum et vespertinum frigus; itemque auras fluminum et stagnorum; minimeque nubilo coelo, soli aperienti se committere ne modo « frigus, ne modo calor moveat; quae res maxime gravedines « distillationesque concitat » Q).
      (1) Cornelio Celso — De Medicina; Lib. i.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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