Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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« suram inventam ». Celebratissime erano le lane delle Gallie ; e giova riflettere come sotto questo generico nome, nella carta geografica del Romano Impero, non intendevasi la Francia attualmente detta; ma anche buona porzione dell'Italia superiore e media, segnando il Rubicone, storico fìumicello in quel di Romagna, il naturale confine della Gallia d'allora.
La maggiore o minore compattezza di questi tessuti, la qualità del colore, il pregio svariato di confezione formavano grande ramo d'industria, dopoché la provvida igiene aveva fatto conoscere l'importanza della lana, come capace di preservare solidamente la salute contro le intemperie delle stagioni ed inclemenza di clima.
Per un paese eminentemente agricolo e ricco di bestiame, il lavoro e commercio della lana doveva formare importantissimo cespite di nazionale ricchezza, ed essere tenuto in gran pregio non meno dagli agricoltori ed infime classi sociali, che da coloro che reggevano le sorti del paese sotto qualsiasi politico ordinamento. E quando i legislatori non servili al capriccio della moda stabilivano il genere delle vestimenta, a seconda dell'età, del sesso, delle varie classi dei cittadini, erano ispirati da esatte cognizioni dei bisogni dei popoli ; e le loro prescrizioni miravano più a raggiungere il fisico benessere che a provvedere all'ornamento della persona.
La lana era dunque il prodotto più comunemente usato nella confezione elei tessuti; e quanto alla foggia delle vesti noi vediamo la pretesta adoperata già dagli Etruschi costituire l'indumento della prima giovinezza, la tunica coi varii distintivi dell'ordine senatorio ed equestre, del patriziato e del ceto delle persone che si dedicavano all'eloquenza del foro, formare il vestiario degli adulti. Egualmente di lana vestivano gli alti magistrati, le vestali, i sacerdoti, le matrone che nel silenzio delle domestiche pareti, nel santuario della famiglia, dirigevano le varie lavorazioni, presiedendo alle opere delle numerose ancelle. Cosicché le loro case costituivano veri opificii privati, che ridondavano in sì profìcua guisa a pubblico vantaggio.
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