Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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CAPO XVI.
Medicina e chirurgia — Storia critica di Cornelio Celso — Senso dato dai Latini e dai Greci alla parola infermità — Patologia medico-cliirurgiea-oeulistica : Otoiatria: Ostetricia — Malattie importate: mentali — Criterii sui veneficii — Questioni medico-legali sulla causa della morte di Germanico.
I. Trovasi più volte accennato negli scritti di Cicerone che la medicina a'suoi tempi poteva, senza timore di alcun discredito, essere esercitata liberamente, al pari dell'architettura, dell'arte militare, delle belle lettere e di tutte le altre discipline considerate oneste.
Allora chiunque si dedicava all'insegnamento o all'esercizio dell'arte medica, prendeva a cuore di seguire i progressi che la medicina aveva fatto dai primordi delle antiche scuole filosoficheitaliche, fino all'introduzione delle dottrine greche.
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Invero la medicina greca, dopo una infruttuosa prova, piacque e si fece strada tra i Romani, per avere assunto quell'aspetto che ricordava i costumi, le abitudini e gli antichi precetti igienici vigenti in Roma. I Greci fecero ogni tentativo per divenire
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latini, adattandosi alle costumanze sanitarie del luogo ove avevano immigrato ; i Latini che si diedero allo studio della medicina, pur valendosi della lingua e delle filosofiche dottrine dei Greci, non si dimenticarono mai di quanto esisteva in fatto di arte medica presso i Romani. Citerò l'esempio di Cornelio Celso, che valoroso interprete della medicina nazionale, non mancò di accettare e ammettere con giusta parsimonia e savissimo cri-
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