Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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di malattie, ma solamente medicando le ferite col ferro e coi rimedii.
« Donde appare che eglino trattarono questa sola ed antichis-sima branca della medicina.
« Dallo stesso autore si apprende che i morbi si attribuivano all'ira degli Dei immortali, ed ai medesimi si domandava aiuto. E verosimile che le alternative di buona o cattiva salute fossero in ragione diretta dei buoni costumi, non ancora corrotti dalla pigrizia e dalla lussuria che afflissero i corpi prima in Grecia e quindi presso noi.
« Codesta molteplice medicina un tempo non necessaria ai Greci ed altre genti, appena è capace di condurre alcuni di noi ili età avanzata.
« Per cui dopo i sunnominati niun uomo insigne esercito medicina; lino a che non fece nuovi progressi lo studio delle belle lettere che, se giova precipuamente allo spirito di ognuno, nuoce al corpo.
« Dapprima l'arte di medicare faceva parte della sapienza umana, onde per opera degli'stessi autori ebbero origine lo studio delle cose naturali e la cura dei morbi coltivata specialmente da coloro cui la vigoria del corpo era stata affievolita con la soverchia applicazione, e con passare insonni le notti.
«Perciò abbiamo notizia di molti professori periti nell'arte medica, e fra tutti, chiarissimi furono Pitagora, Empedocle e Democrito.
« Poscia, come reputarono alcuni, Ippocrate di Coo, uomo insigne per facondia e cognizioni mediche, degnissimo di essere mentovato, separò la medicina dallo studio della sapienza umana. Dopo lui, Diocle Caristio, Prassagora, Crisippo, come pure Erofilo ed Erasistrato esercitarono l'arte, suddividendola in varii sistemi curativi ».
Celso apprezzava assaissimo il progresso che la medicina per opera specialmente dei Greci aveva a'suoi tempi raggiunto. A lui erano egualmente noti i varii sistemi medici introdotti in Roma, e gli insegnamenti della tradizionale medicina patria.
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