Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Orazio (l) non meno valorosamente, descrisse in poche e concettose parole l'idrope.
      Crescit indulgens sibi dirus hydrops Ncc sitim pcllit, nisi eausa morbi Fugerit vcnis, et aquosus alboCorpore languor.
      L'informo che era preso da sonno grave, veniva chiamato dai Latini veternus o veternosus.
      Catone, secondo Festo, chiama gli idropici con il suddetto epiteto : « Veternosus quam plurimum bibit tam maxime sitit ».
      Varrone nelle Eumenidi parla dei veternosi e degli arquati, ossia degli affetti da morbo arquato. Sotto tale vocabolo indica-vasi quel grado di rachitismo che produce gibbosità e arenazione del corpo. Apulejo adopera tale espressione sotto il medesimo senso di Catone, Varrone e Virgilio <3).
      Plauto W nella scena fra Cappadoce e Palinuro, fa anche cenno di una certa malattia del fegato da lui chiamata morbus hepct-tarius.
      Palinurus.
      . Ncmpe ut dignus es Sed quid tibi \stCappadox.
      Licn necat, renes dolent Pulmones distrahuntur ; cruciatur jecur, Radices cordis pereunt, hirae omneis dolent.
      Palinurus. Tum te igitur morbus agitat hepatarius.
      Nei cenni di patologia speciale chirurgica dell' epoca cui appella la nostra storia, parlasi dell'amputazione, cangrena, opera-
      (1) Orazio — Carmin.; Lib n, od. 2.
      (2) ApulejusLib. ix.
      (3) Virgilio — Georg.; Lib. n.
      (4) Plauto — Curculio; Atto n, scena 1.
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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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