Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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Plauto e Terenzio nelle loro commedie introducono spesso le ostetriche, Obstetrix, Opstetrix. Segno evidente che l'ostetricia, importante ramo chirurgico, era conosciuto fin da quei tempi, e resercizio di essa affidato quasi esclusivamente a donne.
Oltre i due classici citati, lapidi col titolo di Obstetrix, discoperte in ogni epoca, vengono a confermare l'asserto. Essendo co-munissiine credo inutile di riferirle, fatta eccezione della seguente perchè prova l'esistenza di Levatrici regionarie, accennando a una medichessa, o meglio ostetrica (Inpo^ata), investita del detto officio nella sua Regione!1):
D MVALERIAE BERECVNDAE IATROMEAE
REGIONIS SVAE PRIMAE VALERIA VITALIS FILIA MATRI
È provato poi che tutte le ostetriche venivano chiamate medichesse, come rilevasi dalla lapide che prende nome da certa Livilla.
Come attesta Marcello in Varrone, Gap. xii era ufficio della ostetrica di posar nudo in terra il neonato: « natus si erat vitalis « ac sublatus ab ostetrice statuebatur in terra ».
Plinio dice (*) che l'operazione ostetrica di tagliare il ventre materno per estrarre il feto, era conosciuta e praticata anticamente. Anzi vuole che Scipione Africano, prima dei Cesari, fosse portato alla luce mediante l'operazione cesarea; onde quella famiglia fu denominata dei Cesari o Cesoni « Auspicatili enata « parente gigmmtur: sicut Scipio Africanus prior natus primusque « Caesarum a caeso matris utere dictus, (pia de causa Caesones « appellati. Simili modo natus est et Manlius qui Carthaginem « cum exercitu intravit ».
(1) Gruteii: 1110, i. — Rheines: p. 637.
(2) Plinio — vii, 9.
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