Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      « judiciis qui ei obvenerit quaerere de veneno. In quem quaerere? « influitimi est. Quicumque fecerit, vendiderit, emerit, iia-
      « buerit, deder1t. qui venenum malum fecit, fecerit, omnes « viri, mulieres, liberi, servi, in judicium vocantur ».
      Questa celebre causa di veneficio fu trattata da Cicerone innanzi a un tal Quinto Nasone, giudice della questione. E devesi osservare che la legge Cornelia indica, il giudizio doversi portare innanzi al giudice della questione, non perchè sia escluso il Pretore, ma perchè in tale bisogna era stata ammessa la necessità di un giudice inquirente speciale.
      Tito Livio stabilisce chiaramente un determinato periodo di tempo per la istituzione del giudizio in causa di veneficio O), come avvenne nel giudizio promosso contro le matrone romane Publicia e Licinia, accusate di apprestare il veleno ai loro mariti <2) consolari « De veneficiis quaesitum Publicia et Licinia « nobiles foeminae, quae viros suos consulares necasse insinuilabantur cognita causa cum praetori praedes vadesque dedissent, « cognatorum decreto necatae sunt ». Qual fatto accadde, secondo i commentatori, circa l'anno 004 di Roma, innanzi che fossero istituiti i pubblici giudicii nelle grandi questioni « antequam quaestiones pubblicae institi!erentur ».
      X. Plinio e Svetonio narrano di Germanico padre di Caligola, morto in Antiochia nell'età di trentaquattro anni, non senza sospetto di veleno, mentre era nel colmo di sua gloria per la fortuna delle grandi battaglie vinte contro i Germani, onde fu vendicata l'onta subita da Quintilio Varo ed il dolore che in quell'occasione aveva provato l'imperatore Augusto.
      Ambedue i succitati autori ammettono, o meglio riferiscono che il cuore non poteva bruciarsi nei morti di cardiopatia e nei sospetti di veleno. Qual valore o significato abbia siffatto criterio necroscopico, non voglio discutere. Ma vero o falso che potesse essere, costituisce una prova sufficiente dell'esistenza di norme
      (1) Sigoxius Carolus — De jucìiicis; Cap. xxxi,
      (2) Livio — Epithome; Lib. xlviii.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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