Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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zioni igieniche, poco si parlò di rimedii, i quali in seguito numerosi apparvero unitamente ai medici greci tanto avversati da Catone. Fra i rimedii d'allora non vanno eccettuate le arcane composizioni che apparse all'epoca di Mitridate, toccarono il sommo della fama ai tempi di Galeno medesimo.
I Romani, e Cicerone lo dice, avevano appreso dalla medicina agraria che molti rimedii sparsi in natura erano istintivamente adoperati dagli animali. Onde l'uomo per sua speciale riflessione esperimentò quei rimedii che adottò poscia siccome giovevoli in alcuni casi di malattia.
La storia della medicina è quella dell'uomo. La medicina si impose a lui come suprema necessità nella lotta incessante fra la vita e la morte ; e nella povertà della prime cognizioni l'uomo non ebbe altra guida che l'istinto della propria conservazione, e l'esempio a lui offerto dagli animali irragionevoli. Allora il primo medico fu quegli che primamente osservò il cane malato procurarsi da se stesso il vomito; l'Ibi egizia purgarsi con certa erba; la pantera liberarsi con un rimedio a lei cognito, dai perniciosi effetti della carne avvelenata apprestatale dai cacciatori; le capre nell'isola di Creta curare con un'erba speciale le ferite da dardi ; e la cerbiatta agevolare il parto, masticando un vegetale anch'essa 0). « Quod ea, quae nuper, id est paucis ante saeculis, medicorum « ingeniis reperta sunt, vomitione canes : purgantes autem alvos « Ibes Aegyptiae curantur. Auditum est pantheras quae in barbaria « venenata carne caperentur remedium quoddam habere : quo « cum essent usae, non morerentur, capras autem in Creta feras, « cum essent confixae venenatis sagittis, herbam quaerunt quae « dyctamus vocaretur, quam cum gustavissent, sagittas dicunt ce excidore e corpore. Cervaeque paulo ante partum perpurgant « se quadam herbula, quae Seselis dicitur ». .
III. E per procedere con ordine diremo che i rimedii più diffusi nella cura delle malattie furono gli evacuanti. Questo metodo di medicazione fu ed è tuttora il più efficacemente adoperato, avente
(1) Cicero — De nat Deor.\ Lib, ii.
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