Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
classe di rimedii si ottennero allora mediante quelli che di sì numerosa famiglia erano adoperati presso gli antichi, esercitandosi il loro potere speciale contro il fenomeno del dolore; che se talora si giunge a sedare si allontanano non di rado le più gravi complicazioni morbose. Vero è che gli stupefacenti, agendo direttamente sull'encefalo, ne modificano spesse volte le più importanti funzioni, e primieramente quelle della motilità e dell'intel-
ligenza. La loro azione infatti si esercita sui centri e sui conduttori nervosi ; onde è che come ai dì nostri, così devono essere anche riuscite utili nelle nevrosi.
V. Non sembra che la medicazione tonica fosse sconosciuta ai Romani, se per conseguire gli effetti salutari della medesima preferivano l'Assenzio, la Camomilla, la Ballota ed altre sostanze che adoperate unitamente al vino e all'acqua marina, acquistano facoltà ricostituenti o depuranti. Onde eglino raggiungevano con mezzi semplicissimi il fine delineato da savissime indicazioni terapeutiche. Tra tutte le altre sostanze descritte a tal uopo dagli antichi, noi citeremo per tipo principale l'Assenzio « Absinthium « officinale, artemisia absinthium » pianta indigena di cui si usano tuttora in medicina le foglie e le sommità fiorite.
Questa pianta di odore penetrante e particolare, di sapore amaro ed in uno aromatico, contiene, secondo recenti analisi, olio volatile, materia resiniforme amarissima, materia animalizzata amara, clorofilla, albumina, fecula, sali, ed altro. Ha virtù non solo stimolanti, ma anche emmenagoghe ed antelmintiche ; ed è stata anche ai nostri tempi ritenuta come rimedio valevole a prevenire le febbri; partecipando sotto questo aspetto all'azione terapeutica di tutte le sostanze amare, massime quando ad esse si uniscano qualità astringenti che, come già opinò Galeno, danno alle sostanze che le possiedono la virtù dei più possenti antipirettici indigeni. I terapisti allargano la potenza dell'assenzio, ritenendolo ritto a curare le febbri autunnali ostinate e complicate a ingorghi spleniti, epatici, ad edema ed ascite.
L'istesso medicamento che tanta stima gode ancora presso noi ebbe riputazione grandissima presso gli antichi ; e sembra che
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