Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      di nota che sono appunto gli ossidi che figurano oggidì tra i preparati marziali più solubili e più accreditati presso il volgo per la loro efficacia in taluni casi. Le facoltà attribuite al ferro vis ejus ligare, siccare, restringere, ove ben si rifletta, dimostrano la conoscenza degli effetti, così noti ai nostri giorni, che nella economia animale, produce questo importante agente terapeutico. Infatti fin d'allora era ammessa nel ferro una speciale azione me-dicatrice contro gli ingorghi splenici, le varie espressioni morbose infettive, cachettiche, cancerose, ulcerose, e alcune specie di malattie muliebri. Onde largamente veniva in tali casi adoperatoall'interno ed esteriormente, o semplice o unito ad altri rimedii
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      per soddisfare alle esigenze della cura come avviene anche oggidì. Fin qui del ferro.
      E tornando all'argomento primitivo da cui ci ha allontanati non poco la digressione sui preparati marziali, dirò che l'assenzio fu ritenuto erba salutare destinata a nobili usanze, celebrata nei sacrificii del popolo romano, come Plinio riferisce. Lo stesso autore ci narra che nelle ferie latine il vincitore delle corse a quattro cavalli veniva rimunerato con una bevanda d'assenzio, quasi a dimostrare, come Plinio 0) ritiene, la stima che gli antichi avevano per le cose tutte che giovar potessero all'altrui salute. « De usu ejus convenit dicere herbae facillimae, atque inter paucas « utilissimae, praeterea sacris populi Romani celebratae peculiariter. Siquidem Latinarum feriis quadrigae certant in Capitolio, « victorque absinthium bibit ; credo, sanitatem praemio dare honorifice arbitratis majoribus ».
      L'uso medicinale di questa pianta cotanto tenuta in pregio è, come dicemmo, antichissimo, vetustissime in asu est. Innumerevoli sono le malattie in cui era essa largamente adoperata in infusione, in decotto, mescolata ad altre sostanze di cui il buon Plinio enumera le qualità, la quantità, e le relative dosi. Le proprietà terapeutiche più comunemente attribuite all' assenzio, sembra fossero quelle di ridonare la tonicità alle fibre ; di agevolare la digestione eliminando quei disturbi che sono compresi
      (1) Plinio — xxvn, 7.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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