Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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proposito egli così si esprime : « L'assenzio è un rimedio molto « trascurato; noi rimandiamo i nostri lettori a studiare le indicazioni circa i diversi sviluppamene terapeutici che i medicamenti in esame suggeriscono, non che quelli relativi ai medicamenti tonici ».
Nè in minor modo è confermata dal Gubler (l) la buona fama che godeva presso gli antichi l'assenzio. « L'Absinthe est un stimulant diffusible, et un tonique, qu'on prescrit assez souvent> « associé à d'autres médicaments analogues pour stimuler la « muqueuse gastrique, et favoriser la digestion, pour relever les « forces générales dans la convalescence et la cachexie, et mème « pour combattre la fìévre intermittente ».
VI. Anche la medicazione antispasmodica non fu nell'epoca di cui discorriamo affatto trasandata. Molti rimedii di tal natura che vediamo adoperati ai tempi nostri, avevano un certo grado di rinomanza. Il Galbano, il Sagapeno, il Castoreo, il Succino e l'Ambra, che trovano ancora il loro luogo nelle moderne farmacopee, erano abbastanza noti e ritenuti nel medesimo concetto di rimedii forniti della proprietà di diminuire e di guarire talvolta alcuni speciali disordini d'innervazione che dipendono da spasmi essenziali, e si complicano ad affezioni acute o croniche, ovvero si manifestano come sintomi dell'uno o dell'altro ordine di malattie. Con tali rimedii combattonsi inoltre tutti quei fenomeni causati da mobilità nervosa, stato intermedio fra lo spasmo e l'innervazione viscerale normale — comunissimo nelle donne che hannoimpressionabilità improvvisa al più insignificante motivo. Così le
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ansietà epigastriche con gastralgie ed ipocondriasi ostinatissime, le palpitazioni di cuore, le nevrosi cardiache, le dispepsie, le varie forme isteriche, gli attacchi convulsivi caratterizzati dalla sospensione dei sensi e del centro cerebrale, l'eclamsia, la corea, l'epilessia trovano sensibile conforto dagli antispasmodici.
Ad esempio di questo, Plinio (2) in mezzo a molte esagerazioni
(1) Gubler — Commentcìires Thérapeutiques; pag. 2. Paris, 1808.
(2) Plinio — xxiv, 5.
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