Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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III. La Ninfa Egeria deità gentile e tutelare di Numa Re, secondo alcuni così chiamata « ab egerendo » per esser dea protettrice dei parti, ebbe sede in uno speco circondato da un bosco ritenuto sacro. Da quello spicciava una sorgente che secondo Livio correva in un fiumicello di acqua perenne; ed ivi le donne pregnanti facevano, secondo che afferma Pompeo Festo, sacrifici alla Ninfa, « quod eam putabant facile conceptum alvo egerere ».
IV. Reputano taluni che essa rappresenti la stessa Giunone, divinità più accreditata nei parti. Altri la credono invece una delle nove muse nascosta sotto quella forma di fonte, e in essa commutata per volere di Diana (come dice Ovidio nelle Metamorfosi) onde meglio potesse accedere a lei il famoso Sabino, che si giovava de' suoi amichevoli consigli. Comunque sia, l'acqua di questa fonte era usata in tutti i sacrifieii dai Romani, e dal bosco delle Camene conduceasi in Roma ove si beveva come acqua salutare.
V. La famosa fonte di Giuturna fu così chiamata, secondo Varrone, perchè giovava nelle infermità, « quae juvaret ». Onde molti infermi attratti dal nome e dalla fama, usavano di bere quella acqua nella speranza di guarire di svariate infermità « multi aegroti propter id nomen hinc aquam potere solebant ».
......Fratres de gente deornmIuxta Iuturnae constituere lacum,
Servio in Virgilio chiama questo fonte saluberrimo fra quei d'Italia, e Publio Vittore ne situa la località nella regione del Circo Flaminio. Ovidio nei Fasti, parlando della Ninfa Giuturna, sorella di Turno, dice invece che questo fonte era vicino al campo di Marte non molto distante dall'Acqua Vergine.
Te quoque lux eadem Turni soror acde recepit Hic ubi virginea campus obitur aqua.
In ogni caso però è sempre ammesso da tutti che l'acqua Giuturna sorgeva neirinterno stesso dell'alma città.
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