Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      per l'antica acqua aurea, si scavò non ha molti anni una statua di Esculapio pregevolissima.
      Scrittori dotti ed eruditi, prima ancora che le melliflue teorie della medicina greca corrompessero la robusta gente dei pronipoti di Numa, illustrarono col loro ingegno e collo studio le acque minerali. Si distinsero fra essi Varrone, Celio, Muziano, Cicerone e Lucrezio, alcuni de'quali parlarono non solo delle acque minerali di Roma, ma anche~ di quelle di altre terre.
      XXI. Così Varrone (l) si occupò molto dell'argomento, illustrando le acque di Pozzuoli e le oggi famose di Toscana con le parole seguenti: « Sic aquae calidae a loco et quae ubi scaterent: cum « vero colerentur, et venissent in usum nostris tum aliae ad « alium morbum idoneae visae sunt, ut Puteolis et in Tuscis ». Parlò anche di un fonte del monte Tauro in Siria; delle acque di un ruscello vicino alla città di Cresco in Cilicia che facevano acquistare maggior sottilità nei sensi « subtiliores sensus Aeri » a coloro che ne bevevano; delle sorgenti del Soratte, così vicine a Roma; del lago d'Averno; e finalmente delle acque del fiume Alleo alle quali attribuiva una virtù sanatrice contro l'eczema cronico della faccia. Ed a conferma della virtù di queste ultime acque cita lo esempio di un Tito Pretore guarito appunto dalla suddetta malattia.
      Muziano parlò dei fonti di Andria e delle proprietà antierotiche del fonte di Cizico.
      Lucrezio descrisse quelle di Cuma:
      Is lacus est Cumas apud Etruscos et montes Oppleti calidis ubi fumant fontibus auctus.
      Celio parlò del famoso lago di Averno riferendo alcune curiose particolarità sul medesimo.
      Cicerone celebrò il bosco intorno alle acque salutari di Pozzuoli chiamandolo Accademia. Ivi poco dopo la morte del grande
      (1) VarroneLib. vili.
      (2) LucrezioLib. vi.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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