Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      mente accettata, reputo che il tempio medesimo fosse destinato al ricovero dei malati.
      Forse anche neirAsclepio Tiberino potè esistere una scuola per le riunioni dei medici che si applicavano allo studio delle malattie, e alla compilazione di note cliniche. Nè so comprendere con quanta bontà di critica il Puccinotti neghi recisamente resistenza d'una clinica in Roma, presso a poco consimile a quelle di Epidauro, di Coo, di Gnido ove i medici solevano fare uno studio pratico delle malattie ed insegnare i precetti dell'arte medica. Puccinotti sostiene che le quattro goffe iscrizioni dell'epoca degli Antonini non istabiliscono sufficientemente la esistenza di una scuola medica in Roma. Ma se queste sole furono scoperte, non è escluso però che altre ve ne. fossero più sensate, esposte nelle tavole votive del tempio di Esculapio a memoria di guarigioni ottenute, come solevasi praticare nelle famose scuole greche. Ivi le tavole votive furono raccolte da gran numero di medici e con esse fu costituito forse il famoso codice ippocratico. E vale a rafforzare l'argomento il fatto che in Roma non venne fabbricato il tempio di Esculapio secondo il greco costume, se non dopo il viaggio di Quinto Ogulnio in Epidauro.
      Il greco Aristofane afferma 0) nel Plato che gli infermi venivano trasportati nelle case di Esculapio, come dal seguente passo:
      Mx Ai aXX o~zo ~ìXar Trccpscxsva^ów^vb(Q XXTOOcXlVSlV aÒTÒv tic, A <7xXyj7TlOV
      XpXTlCTOV S<7TI.
      che volto in latino suona:
      Non liercle. Verum quod dudum meditabor ego Optumum est si illum in Aesculapii fano Incubare faciamus.
      Plauto nel Cureulione (2) induce il lenone Cappadoce, afflitto da
      (1) AristofanePluto; v. 410. Parigi, Firmin, 1839.
      (2) Plauto — Curculio.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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