Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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Nella pianta gromatica eli Igino, il valetudinario ed il veterinario erano situati in luogo molto appartato dagli accampamenti, e lontani dal Pretorio: però lungo il medesimo scompartimento, striga, a grande distanza Fimo dall'altro. I detti scompartimenti erano da un lato guardati da varie coorti di esploratori, dall'altro dal quartiere delle truppe ausiliarie; ed avevano nell'interno, per limite, la spaziosa via che conduceva in linea retta alla porta pretoria. Igino crede che il valetudinario avesse di consueto settanta piedi di lunghezza, LXX pedes valetudinarium, ma erroneamente secondo il dottissimo commento di Schelio. Quest'autore osserva che il veterinario, il valetudinario e la fabrica (altro luogo dove si lubricavano gli utensili e gli strumenti adatti all'accampamento) contenendo, giusta ogni supposizione, un certo numero di uomini, dovevano avere un' estensione molto vasta benché variabile a seconda del numero dell'esercito raccolto nel campo, ed a seconda delle varie modificazioni che i progressi dell'arte militare avevano apportato negli accampamenti. Perciò la misura di Igino ha destato molte questioni fra quanti si sono occupati della castrametazione.
IX. Il valetudinario secondo Vegezio era sotto l'immediata direzione del prefetto degli accampamenti « praefectus castrorum » Macro giureconsulto tra gli ufficii del Tribuno annovera quello di soprattendere ai degenti nei valetudinari « inspicere valetudinarios ». Altrove il citato Vegezio <2) raccomanda i malati alla diligenza dei principali ufficiali e tribuni « Ut aegri cotubernales opportunis cibis reficiantur ac medicornm arte curentur, « principimi, tribunorumque et ipsius comitis qui mnjorem sustinet « potestatem, jugis quaeritur diligentia». Secondo le testimonianze di Tacito, Plinio il giovane, Vellejo, Lampridio, moltissimi imperatori ebbero in progresso di tempo cura grandissima dei degenti nel valetudinario.
Della quale istituzione, e di quella del veterinario parlando lo
(1) Vegezio — Lib. i, cap. 10.
(2) Vegezio — Lib. 111.
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