Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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L'architettura avendo stabilito questa località su tutta una linea colla fabbrica, « unum hemistrigium intra viam sagularem » ben rilevante dovè essere la distanza che passava dal valetudinario alla fabbrica o grande officina di armi ed attrezzi militari ove migliaia d'uomini si munivano per guerreschi esercizi e vi apprestavano armi, utensili e macchine. La distanza valevapotentemente a non disturbare la quiete necessaria nelle località «
destinate agli infermi per malattie epidemiche o per ferite riportate in battaglia « ut valetudinarium quietum esse convalescentibus possit ». E certamente quando, come fu accennato, il console Emilio, toccata una disfatta dagli Anziati, pose accampamento a Longula ed attese a curare i feriti, questi erano degenti nel valetudinario.
L'officina si trovava sotto la direzione di un prefetto, Praefectus fabrorum, ed era certamente piena di capi d'arte, fabbri ed altri operai cui era deferito, similmente all'odierna bassa forza, di provvedere gli alimenti ed apprestare il cibo. Yi si esercitava particolare sorveglianza, onde nulla di necessario mancasse all'esercito. Artieri esperti vi costruivano, secondo Vegezio, grande quantità di scudi, corazze ed armi « fabricas scutarias, loricarias, armarias ».
Igino e Yegezio che si occuparono del modo tenuto dai Romani nel costruire gli accampamenti, non dissentono gran fatto da quanto sullo stesso argomento lasciò scritto Polibio, vissuto nella più stretta famigliarità degli Scipioni.
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Solo poche modificazioni sulla tattica militare, avevano fatto derogare da talune antiche consuetudini. E'se Yegezio, e più di lui il giureconsulto Macro, ammettono che ai tribuni era deferita l'alta direzione dei valetudinari da campo « inspicere valetudinarios » anche Polibio sembra confermare la stessa cosa quando parla dell'officio che i tribuni avevano di stabilire il numero e la distanza delle tende.
JNfel campo eranvi pure, secondo l'istesso autore, alcune località destinate agli officiali, e atte a contenere cavalli, giumenti ed altri ostacoli come allora» soleva dirsi. « Statuunt igitur horum « omnia tentoria ad linearn unam rectam; cujus omnes partes a
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