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Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   differenti, ma sempre tali che fra gli spazi percorsi ed i tempi impiegati a percorrerli interceda una relazione ben determinata.
   Ci occuperemo più avanti di metodi sperimentali ali uopo adoperati e tali da fornire conclusioni di notevole esattezza Ora ci imiteremo a dire che se si osserva il corpo cadente A (Fig. 8) illuminandolo A ogni decimo di secondo con una scintilla elettrica che dura appena l/M0 di secondo, si può vedere il corpo là dove si trova nei vari decimi di secondo successivi senza confondere la posi-9 zione sua in questi istanti colle posizioni vicine. In conseguenza del persistere per un certo breve tempo le sensazioni luminose nel nostro occhio, si vedrà il corpo in tutte le posizioni corrispondenti agli estremi dei decimi di secondo successivi e la caduta del corpo produce l'impressione della figura 9. Se si riceve su una lastra fotografica tale impressione si possono a comodo misurare gli spazi percorsi dal corpo in 1, 2, 3, 4 decimi di secondo. ^ Si trova che esso ha percorso rispettivamente spazi che stanno fra di loro come i numeri
   1, 4, 9, 16 ecc. che sono rispettivamente i quadrati di
   1, 2, 3, 4 ecc.
   Si può dunque dire che gli spazi percorsi dal corpo che cade stanno fra di loro come i quadrati dei tempi impiegati a percorrerli.
   In fondo, questo che si è detto, si riduce ad una relazione ben ^ determinata e precisa fra i due elementi che nella manifestazione del fenomeno variano assieme: lo spazio ed il tempo. Mentre difatti Fig. 9. il tempo decorre, lo spazio percorso va crescendo.
   § 13 Funzione. — Quando due grandezze variano dipendentemente 1' una dall'altra quella che assume valori vari in dipendenza di valori vari dell'altra si chiama funzione di quest'altra. A questa ultima si dà il nome di variabile indipendente. Pel caso ora considerato della caduta di un corpo possiamo dire che lo spazio percorso dal corpo che cade è funzione del tempo impiegato a cadere.
   § 14. Studio qualitativo e studio quantitativo di un fenomeno. — Riassumendo possiamo dire che per il nostro studio della caduta di un corpo per effetto del proprio peso, abbiamo dapprima fatto intervenire la osservazione, poi, progredendo, la esperienza, non scompagnata essa pure dalla osservazione.
   Colla osservazione e colla esperienza indicata dalla Fig. 8 si arriva al punto di constatare che i corpi lasciati a loro stessi cadono in modo da arrivare a terra in momenti diversi, per una varia opposizione alla loro caduta esercitata dall' aria. Si tratta di un risultato puramente qualitativo.
   Si progredisce in modo effettivo nella nozione del fenomeno quando si proceda alla misura dei vari elementi che intervengono nel fenomeno stesso.
   Quest' ultima fase della ricerca costituisce lo studio quantitativo del fenomeno e rappresenta un reale progresso.