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Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sul conto della direzione della forza di gravità ci siamo intesi Quanto al senso della forza secondo la verticale, identificata che essa sia col peso del corpo, non vi ha dubbio che è quello procedente dall'alto al basso. Ci rimane da dire qualche cosa sugli altri due caratteri : P intensità ed il punto di applicazione.
   Intorno al punto di applicazione osserviamo soltanto per ora, che è quel punto al quale si dà il nome di centro di gravità, considerato già da noi come rappresentante meccanico di un corpo, quando si trattò della traiettoria percorsa da questo supposto in moto (§ 19).
   Quanto alla intensità è facile intenderci. Per misurare una grandezza, lo sappiamo bene, occorre confrontarla con una grandezza della stessa specie assunta come termine di confronto. Per i pesi si è assunta come unità approssimata (§ 8) di misura il grammo, che è il peso di un centimetro cubo di acqua pura alla temperatura di 4 gradi centigradi. Oltre al grammo, come è ben noto, ci si vale di multipli e sottomultipli suoi che ricevono nomi ben conosciuti.
   Nè il confronto richiede proprio l'uso del centimetro cubo di acqua o dei multipli o sottomultipli, perchè, con un apparecchio semplice, detto bilancia, atto a pesare i corpi, è stato possibile sostituire ai campioni liquidi dei campioni solidi, quali ognuno ha visto nelle pesiere solite. La bilancia (della quale dovremo occuparci in seguito) si riduce sostanzialmente ad una sbarra rigida AB detta giogo (Fig. 24) attraversata nella sua regione mediana da un coltello di Fig. 24.
   acciaio temperato o di agata rivolto
   verso il basso e poggiante sul piano di acciaio o di agata della parte superiore 0 di una colonna in metallo od in legno. Alle due estremità del giogo si trovano altri due coltelli A e B col taglio rivolto verso l'alto e sui quali sono appoggiate terminazioni piane di appendici di sostegno di due piattelli identici.
   Se tutto è disposto in modo che da una parte e dall'altra dell'asse d'appoggio del giogo della bilancia la costituzione di questa sia perfettamente identica quando l'asse del giogo abbia andamento orizzontale e quando un indice fissato in mezzo ad esso si porti contro lo zero di un quadrante graduato, collocando nei due piattelli pesi uguali qualunque dovrà aversi andamento orizzontale per l'asse del giogo. Come osservò Archimede per primo, non vi sarebbe difatti in tali condizioni ragione sufficiente perchè il giogo pendesse da una parte piuttosto che dall'altra.
   Oltre alla formazione di campioni in ottone o altro, la bilancia può manifestamente consentirci la valutazione (approssimata perchè a rigore la bilancia non dà direttamente il peso) del peso di un corpo. Basterà collocare su uno dei piattelli questo corpo e sull'altro i campioni convenienti perchè l'asse si mantenga orizzontale: nel valore del peso dei campioni si avrà la misura cercata.
   § 23. Forze in equilibrio. — Si dice in generale che due o più forze si fanno equilibrio se applicate ad uno stesso punto non ne modificano in alcun modo le condizioni di quiete o di moto.