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Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   § 27. Decomposizione di una forza. — Se fosse richiesto di sostituire ad una forza data due o più forze capaci di produrre assieme Io stesso effetto di quella, si sarebbe di fronte ad un problema detto di decomposizione della forza.
   Mentre ordinariamente esiste (a meno del caso già considerato di 2 forze uguali e di senso contrario applicate in punti diversi del corpo, e del caso di più forze applicate in punti diversi di un medesimo corpo, le quali in generale non equivalgono ad una sola forza, ma ad una forza e ad una coppia) la risultante, ed una sola risultante di due o più forze, ed il problema della composizione di più forze ha una sola soluzione ; la decomposizione di una forza in due o più altre costituisce un problema indeterminato, a meno che non si impongano certe condizioni per le forze componenti che si ricercano.
   CAPITOLO IV.
   IL CENTRO DI GRAVITÀ E L'EQUILIBRIO DEI CORPI.
   § 28. Centro di gravità di un corpo. — Un beli' esempio di forze parallele aventi lo stesso senso ed applicate ad uno stesso corpo ci è fornito dalla considerazione di un corpo soggetto alla sola azione della gravità. Se si prende, ad esempio, un pezzo di gesso e
   Fig. 37.
   Fig
   . 39.
   Fig. 38.
   Io si riduce in due parti, come ben si sa, ciascuna delle due parti cade come cadeva il pezzo intero. Se lo si riduce in tre, in quattro parti, se lo si polverizza, ognuno dei più piccoli frammenti ottenuti sente l'azione della gravità e cade. Dobbiamo quindi rappresentarci la gravità come esercitante un'azione su tutte le più piccole particelle costituenti un corpo (Fig. 37), ed il peso di questo come la risultante di tutte le azioni sulle piccole particelle.
   Le azioni son tutte verticali, e, per quanto grande sia il corpo fra i comuni, risultano così poco inclinate fra loro, che si considerano parallele. Ne segue che il peso del corpo, cioè la risultante di queste forze parallele, avrà un punto di applicazione fisso e determinato, qualunque sia la disposizione del corpo. E il centro di gravità di questo. In base a quanto si è detto può determinarsi per i vari corpi in maniera più o meno agevole.
   Si tratti ad esempio di una lamina sottile di legno o di metallo (Fig. 38 e 39) ABCD. Sospendiamola per uno dei suoi punti ad un filo fisso in O ed abbandoniamola poi a sè stessa. Noi la vedremo