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trifughe di uso frequente nei laboratori per separare materiale più denso da altro meno denso col quale sia mescolato. Numerosissime sono le applicazioni e le esperienze basate sulla forza centrifuga; si hanno ventilatori, crivelli per nettare il grano, pompe, regolatori di velocità ecc.
§ 46. Deformazione per reazione centrifuga di una sfera elastica. — Le considerazioni più sopra fatte intorno al moto rotatorio all' azione centripeta e alla reazione centrifuga spiegano il fatto che si verifica coll'esperienza della Fig. 63. Più cerchi pieghevoli di
lamina di acciaio disposti ad angolo fra loro per modo da racchiudere una regione sferica, vengono fatti ruotare intorno ad un asse verticale comune, alla parte inferiore del quale sono fissati, mentre alla parte superiore sono collegati da un anello che consente loro di schiacciarsi lungo questo medesimo asse. Quando il sistema si faccia ruotare, avviene che le molle si schiacciano. Coli' aumentare della velocità di rotazione si nota un progressivo rigonfiamento del sistema.
§ 47. Schiacciamento della Terra ai poli. — Per un fenomeno analogo si sarebbe avuto il rigonfiamento della Terra all' equatore.
Si ritiene infatti che primitivamente la Terra fosse fluida e che a causa del movimento di rotazione intorno al proprio asse si sia determi-Fig. 63. nato il rigonfiamento, rimasto poi nella succes-
siva solidificazione.
E in causa di questo rigonfiamento si osservano quelle variazioni nella gravità alle quali abbiamo accennato nel § 25. Innanzi tutto perchè la forza di attrazione, che si suppone concentrata nel centro della Terra, varia in ragione inversa del quadrato della distanza, e quindi deve gradatamente diminuire dal polo all'equatore, giacché dal polo all'equatore va crescendo il raggio terrestre. In secondo luogo perchè dalla forza di attrazione indicata va sottratta la forza centrifuga, la quale cresce dal polo, dove è nulla, all' equatore, dove è massima.
CAPITOLO VII. DEL LAVORO E DELL' ENERGIA.
§ 48. Del lavoro meccanico. — Nel linguaggio e nel senso comune lavorare vuol dire produrre un effetto utile con forze che determinino spostamenti. Chi sta con le mani in mano, immobile, anche se regge un peso per cui si richieda un certo sforzo, e il fisiologo possa parlare di lavoro fisiologico, non lavora. La meccanica va d' accordo anche in questo col senso comune. Per essa gli sforzi sterili non costituiscono lavoro. Alla produzione di lavoro necessitano degli spostamenti.
Il cavallo che lungo una salita è fermo e trattiene un carro pesante non lavora. Ad esso può sostituirsi una martinicca, un freno qualsiasi, una coppia di sassi sotto alle due ruote del carro.