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Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Un motore può sempre eseguire un lavoro di quantità grande sin che si vuole se gli si accorda del tempo a sufficienza ; ciò però che importa per la pratica di sapere si è il lavoro che esso può effettuare in un tempo determinato, donde generalmente il giudizio che sia apprezzabile tanto più un motore quanto più grande sia la quantità di lavoro che può compiere in un determinato tempo, nella unità di tempo, ad esempio.
   Da questa associazione del lavoro al tempo necessario per compierlo nasce la nozione di potenza, che non va confusa col lavoro, e che è grandezza la cui più comune unità pratica di misura è il cavallo-vapore che si rappresenta simbolicamente con le lettere H. P. iniziali delle due parole inglesi horse (cavallo) e power (potenza).
   Si dice che un motore ha la potenza di un cavallo-vapore quando può compiere un lavoro di 75 chilogrammetri al minuto secondo; così che per aver espressa in cavalli-vapore la potenza di un motore si dovrà dividere per 75 il numero dei chilogrammetri che esso può eseguire in un minuto secondo.
   Un cavallo ordinario eseguisce in media un lavoro di 45 chilogrammetri al minuto
   45 •
   secondo, e quindi ha una potenza di^c = 0,6 cavalli-vapore. Questo, bene inteso, per il
   tempo durante il quale lavora, che non è in media se non di otto ore al giorno.
   Un forte cavallo da tiro lavorante al passo alla velocità di un metro al minuto secondo ed esercitante uno sforzo di 65 chilogrammi, eseguisce 65 chilogrammetri al
   .65
   minuto secondo, ed ha quindi una potenza di 0,86 cavalli-vapore.
   La potenza di una cascata si avrà (in chilogrammetri al secondo) moltiplicando i chilogrammi (o i litri) d' acqua che fa scendere al minuto secondo (portata) per il salto espresso in metri. Si sottintende, per la definizione data di cavallo-vapore, che tale potenza in cavalli sarà data dal numero di chilogrammetri al secondo diviso per 75.
   Talvolta per misurare la potenza ci si vale di una unità detta watt e di multipli di essa come 1* ettowatt, il chilowatt ecc. Un cavallo-vapore equivale a 736 watt.
   § 53. Resistenze passive. — Le principali resistenze passive (§ 51) sono : l'attrito e la resistenza del mezzo.
   La più importante è la prima. Ma non possiamo qui studiarla. Noteremo soltanto che si distinguono due specie di attrito : il radente, che si manifesta fra due corpi che strisciano 1' uno sull' altro ; ed il vol-vente o di rotolamento, che si manifesta quando le due superfici di contatto non sfiorano 1* una contro 1' altra, bensì la prima si sviluppa sulla seconda, come avviene dei cerchioni delle ruote di un veicolo sulla strada.
   Il primo è sempre molto più grande del secondo ed è per questa ragione, ad esempio, che le vetture si montano su ruote.
   In generale è conveniente attenuare il più che sia possibile l'influenza degli attriti. Ma in certi casi nei quali l'attrito si utilizza si fa naturalmente il contrario.
   L'attrito è applicato per moderare od arrestare un movimento. Così avviene nei freni che si utilizzano per fermare o rallentare il moto dei veicoli di varia forma e natura : carrozze, biciclette, treni ecc.
   I freni per i veicoli-consistono essenzialmente in una massa solida, di forma conveniente, che può essere condotta a strisciare con forza più o meno grande contro la periferia delle ruote. Si ottiene questo intento