Stai consultando: 'Nozioni di Fisica ', Lavoro Amaduzzi

   

Pagina (210/215)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (210/215)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   203
   Fig. 328.
   § 200. Riflessione totale. — Se da un corpo più denso (acqua) un raggio di luce si fa passare ad uno meno denso (aria) avviene alla superficie di separazione dei due mezzi il fenomeno della rifrazione per modo che
   il raggio nel secondo mezzo si allontana dalla nor- p
   male. Dando al raggio incidente NC (Fig. 328) posizioni SC... di più in più lontane angolarmente dalla normale, per essere l'angolo di rifrazione maggiore dell' angolo di incidenza arriverà un momento in cui per una posizione LC del raggio incidente il raggio rifratto rasenterà lungo CB la superficie di separazione dei due mezzi, mentre 1' angolo di incidenza avrà un certo valore l. Questo angolo si chiama limite, ed è quel tale angolo di incidenza cui, nel passaggio della luce da un mezzo più denso ad uno meno denso, corrisponde un angolo di rifrazione retto.
   L' angolo limite per il passaggio della luce dall' acqua all' aria è all' incirca di 48° 30' e per il passaggio dal vetro all'aria di 41° 48'. Con un angolo di incidenza maggiore anche di pochissimo di quest'angolo, non potrà più avvenire la rifrazione perchè ognuna delle direzioni possibili nel mezzo meno denso corrisponde ad una direzione incidente compresa entro 1' angolo limite. Il mezzo meno denso si comporterà quindi come un corpo opaco a superficie ben levigata e avverrà la riflessione della luce.
   Potremo dunque dire che per angoli di incidenza compresi entro l'angolo limite la luce si rifrange; mentre che si riflette per angoli di incidenza maggiori dell'angolo limite. Tale riflessione che succede nel modo indicato alla rifrazione, vien detta riflessione totale, e segue le leggi della riflessione comune. Totale viene chiamata perchè, a differenza di ciò che succede nella comune riflessione degli specchi, tutta la luce costituente i raggi incidenti si trova nei raggi riflessi.
   In ottica si usano molto frequentemente masse trasparenti in vetro o altro che hanno la forma di prisma triangolare e che si sostengono spesso su colonne metalliche a grandezza variabile come mostra la fig. 332 : sono detti prismi ottici.
   Prismi come quelli che hanno per sezione un triangolo equilatero od un triangolo rettangolo isoscele presentano molto nettamente il fenomeno della riflessione totale, come mostra il disegno della Fig. 329.
   La riflessione totale spiega il notissimo e bel fenomeno del miraggio che può assumere aspetti vari, ad uno dei ^ quali si dà più specialmente il nome di fata morgana, e
   che in ogni caso è dovuto alla diversa densità dei vari strati dell' atmosfera, come si dirà più avanti.
   La riflessione totale è applicata, come vedremo, in molti casi. Citiamo qui la sua applicazione nelle fontane luminose.
   CAPITOLO XXXI. LA DEVIAZIONE PRISMATICA E LA DISPERSIONE.
   § 201. Deviazione prismatica. — Prendiamo una lampada ad alcool, accendiamola e cerchiamone con frequenza la fiamma con del sale comune da cucina. Muniamoci di un prisma di vetro triangolare che abbia la sezione come mostra la Fig. 330. Facciamo scuro nell'ambiente nel quale ci troviamo; solo manteniamo viva la fiamma salata, che ci dà una luce « di giallo caratteristico. E valendoci di uno schermo
   Base
   Fig. 330.