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LE i'UIME ORIGINI
cristianesimo, e la decadenza e mina dell'impero. La religione nuova era l'antitesi della pagana e 'per il disfacimento dell'impero all'unità venne a sostituirsi lo sminuzzamento del medioevo. Tali cause influirono così fortemente sulla lingua, da rendere oggi inpossibile ad un italiano intendere il latino senza averlo prima studiato.
La lingua nostra è più lontana dalla latina che la tedesca moderna dalla gotica, e cosi si può dire delle lingue derivate dalla romana. Oggi un greco moderno intende senza grande difficoltà anche il greco antico: ma così non avviene ai popoli che parlano le nuove lingue derivate dal latino, e che perciò sono chiamate neolatine o romanze. Tal differenza fece congetturare a Max Moller come una deviazione della tradizione latina, ed attribuirla al-l'influonza germanica, la quale avrebbe fuso il latino col tedesco e generato il nostro volgare. Di tale opinione furono il Bembo, il Varchi, il Castelvetro, il Muratori, il Perticali e molti illustri stranieri. Ma tale opinione è ormai dichiarata definitivamente erronea.
Due altre opinioni furono sostenute nei tempi più recenti: l'una che il linguaggio latino, non quello parlato dall'aristocrazia, ma dal popolo e perciò detto rusiicus, si diffondesse colla conquista per tutto l'impero, sostituisse la lingua e i dialetti nativi, e caduta la potenza di Roma, venuto meno il legamo che la univa alle Provincie, si trasformasse in maniere diverse, secondo le circostanze di luogo e di tempo, dando origine alle lingue romanze, cioè venute dal romano ; l'altra vede invece nello svolgersi dei nuovi idiomi un risorgimento degli antichi dialetti celtici, iberici, italici che modificatisi sotto l'influenza del latino, evolvendosi diedero poi origine alle lingue romanze.
Questa ipotesi spiegherebbe la dissomiglianza delle nuove lingue dal latino, mentre coll'altra la diversità rimane inesplicabile; ma l'origine delle lingue romanze dal latino rustico ha ormai il consenso dei migliori linguisti.
Secondo dunque l'opinione più diffusa, il latino rustico o volgare, cosi chiamato per distinguerlo dal letterario o classico, si sparse per mezzo della conquista, importato dalle legioni o dalle colonie. Un esempio di romanizza-