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LE i'UIME ORIGINI
soltanto ad una classe di persone e non compreso dalle altre. Per intender bene in che relazione il latino volgare stesse col letterario, bisognerebbe pensare che cosa vorrebbe dire chi affermasse che oggi in Italia si parla nn italiano volgare. Come ognuno può comprendere, non esiste un italiano volgare, ma bensì una delle forme dialettali che per la maggior perfezione sulle altre è divenuta la lingua italiana, la quale è una sola, sebbene vi sia differenza fra la parlata popolare fiorentina, ed il vero italiano letterario. Una gran quantità di vocaboli e di modi di dire, che sono propri dei Fiorentini, non sono usati nell'italiano letterario, ila il fiorentino colto intende egualmente il linguaggio del non colto e viceversa. Si dovrebbe per ciò dire che formano due linguaggi differenti?
Nessuno vi crederebbe. Orbene, il latino volgare ed il letterario stavano fra di loro nella stessa e precisa condizione nella quale si trovano il fiorentino parlato dal popolo e la lingua italiana.
Che la differenza fra i due latini consistesse massimamente nell'uso o meno di alcune parole piuttosto che di certe altre, e che il latino avesse abbondanza di vocaboli esprimenti le stesse idee, ha una riprova dal fatto che mentre uno dei sinonimi latini attecchì in un dialetto, l'altro attecchì in un altro. Frequentissimo è poi il caso in cui lo due forme latine ne hanno originate due pure in italiano, come caccus, orbus, ital. cieco, orbo; caput, testa, ital. capo, testa. Nè infrequente è il caso, nelle lingue romanze e specialmente nell'italiana, di vocaboli non derivati dal latino por generazione spontanea, ma dissepolti dalle loro fosse gloriose per opera della moderna linguistica. Lo studioso non deve dimenticare un punto essenziale. che cioè non possediamo che nn gran frammento del vocabolario latino, e che lo stato di civiltà a cui erano giunti i Romani per le loro arti, industrie o costumi, fa supporre una quantità di vocaboli molto superiore a quella che noi conosciamo. Alcuni di questi, ripudiati dairli scrittori, si perpetuarono nei dialetti neo-latini, ed è uno studio dilettevole e difficile nel tempo stesso ricostruire il latino volgare partendo dai dialetti moderili.