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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dendo i Fiorentini in una (anta ricchezza, stimava bene ch'ei si mostrassero generosi, e die paghi della loro gloria, non gissero ad accanare l'altrui.
   Egli è certo che Guido Guinicelli fu di tanto valor letterario che Dante nel 26° del Purgatorio lo salutò maestro suo    Nè credasi che T Alighieri chiamasse il poeta da Bologna col nome di Padre per basso consiglio di adulazione, perchè nè i morti si adulano, nè così abbietta voglia poteva entrare nel sacro petto di Dante. Credasi piuttosto che tale il chiamasse, perocché V'ebbe in sì alto pregio, ch'ei si fu fatto imitatore del grave stile di lui. E se più versi del Guinicelli ci fossero rimasti, più scopriremmo di quelle parli che lo fecero meraviglioso ad un tant'uomo quanto fu Dante; il quale è . manifesto, anche dai pochi versi che di Guido ci rimasero, come il tenesse in estimazione e come l'imitasse. — Ma bastino pel Guinicelli così antichi e venerabili testimoni; e conchiudiamo che costui, il quale dal Poliziano fu detto il Primo e dell'Alighieri il Massimo, tenne la signoria dell'italica lingua mentre la gloria de' Siciliani giva mancando e quella de' Toscani non era ancor nata.