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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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Deposizione del Testimone Alfonso Persico fol. 8.
L'anno 1863, il giorno cinque del mese di febbrajo.
. Innanzi al giudice Istruttore signor Talice del circondario di Napoli, con l'assistenza del cancelliere Guerrieri.
Interrogato.
Ha risposto:
Mi chiamo Alfonso Persico di Rocco di anni 26 , nato a Po-migliano d'Arco, domiciliato in Napoli, applicato di pubblica Sicurezza di 1. Classe celibe non parente, nè interessalo colle nominatemi persone.
Domandato in proposito dopo datogli lettura del Rapporto al signor Questore riflettente il sequestro di carte , e 1' arresto della principessa Barberini Sciarra.
Rispose - Confermo il contenuto nel lettomi rapporto, del quale riconosco la mia firma ed a maggiore spiegazione dei fatti ivi narrali dirò che il mio capo di Divisione signor Alessandro Avitabile avendo avuto informazione inducenti sospetti che la signora principessa Barberini Sciarra cospirasse contro il governo frequentando all' Hotel Wasington varie persone conosciute per fama Borbonica erasi determinato a stabilire un metodo di sorveglianza su detta principessa , per venire a capo di scovrire le trame che si machi-navano, e mi avrebbe adibito a tale effetto, se non che saputosi che partiva al domani la detta principessa., mi destinò invece ad accompagnare il Delegato Leanza incaricato di sequestrarla nel viaggio. Cosi facemmo ed entrati nello stesso Vagone diviso in tre scom-artimenti, nel medio di quelli.si trovava detta principessa col di lei gliuolo, il cavaliere Santasilio, e cavaliere Tamangi, abitante quest'ultimo in via Cisterna dell'Olio , e che giunto a Presenzano salutò la principessa, e ritornò a Napoli, e vi eran pure due altri signori, ed un ragazzo, l'uno de' quali ho saputo essere un ex Sottointendente di Pozzuoli dostituilo dal presente governo e noi ci trovavamo nell' altro scompartimento laterale che essendo solo diviso da quello della principessa con una sottile tavola ho precisamente sentito in un momento in cui la macchina erasi fermata a quattro chilometri da Isoletla che la signora principessa conversando col cavaliere Santasilio diceva : parole di riprovazione verso il governo del Re affermando che le avrebbe piaciuto di vedere piuttosto la repubblica in sua vece. AI che il detto cavaliere osservò che era per lo meno imprudente il parlare in tal guisa, stando ancora nel territorio Italiano.
Giunti ad Isoletta, il Delegalo Lèanza avendo richiesto la Principessa del di lei passaporto, essa esibì un passaporto Romano, sfor-
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