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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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La società del Quattromani era composta da alcuni avversi al Governo e da altri libéralissimi, però in casa sua non voleva che si parlasse di politica.
La Marchesa Medici era quasi sempre fuori di casa usciva alle nove del mattino ed andava in Chiesa essendo mollo devota, ritornava alle undici a far colazione quindi usciva di nuovo ma non so dove andasse.
Dello indicatomi de Chardin io non aveva mai sentilo pirlare prima che fosse stato arrestato il Quattromani, ed ho inteso che la famiglia avesse cercato un biglietto di visita di lui scritto a mano, e non in istampa che il Quattromani diceva dover trovarsi in mezzo non agli altri biglietti di visita, che si tengono in uni apposito cas-sellino, ma abbandonalo su qualche mobile della casa. Nel mattino appresso mi fece la signora Quattromani vedere il detto biglietto che si era trovato e portava il nome A. Duhardin persona che io non ho mai conosciuto.
Ho inteso che l'arresto delQuallromani avvenne per certe lettere trovate in un plico da lui consegnato alla Principessa Barberini Sciarra. Non sò l'indirizzo di quel plico, mi fù però detto, che fu indirizzato al Duca Caracciolo il quale avrebbe poi dovuto distribuire certe altre lettere delle quali io conosco una sola diretta alla famiglia Mazzocchi proprietari di Roma con cui aveva stretta relazione durante la sua dimora colà , ed alcune altre che erano preparate per Roma , ma che io non hò veduto nè nell'interno , nè nell'indirizzo e nemmeno ho fatto il piego. In quella circostanza io non ne scrissi alcuna e quella indirizzala alla signorina Mazzocchi scritta in un sol foglio a tutti per gli auguri la inlesi dettare ad Enrico Giordano e la lessi. Sono informato di un altra lettera diretta ad Attanasio Mazzocchi per un breve ottenutogli, ma non la vidi o non ricordo alcuno di averla veduta. Il Quattromani non mi ha mai detto che spedisse lettera per nome di alcun Francese. Non sò chi 1' abbia portato alla Principessa Barberini che io non conosco. So che questa era antica amica di Quattromani ed esso mi disse che nel consegnarle le dette lettere averla assicurata che potea portarle liberamente.
Non ho mai inteso nominare nella famiglia Quattromani il padre Girolamo Quintino nè il padre Clarenzio da Viterbo nè Mariano Purman, nè Giuseppe Caprile, nè Gaetano Tapichini, nè Ciecio La-strucci, nè monsignor Brancaleone, nè Castellani, nè il cavaliere Filippo Batlimelli di Roma.
Esortato vivamente a dire la verità ed interrogalo se non sia piuttosto vero che egli stesso ebbe a raccogliere tulle le lettere
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