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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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giornali unicamente - Parimenti non mi risulta che eccettuati i suoi interessi riflettenti la successione della Duchessa di Seminara avesse altri affari attualmente pendenti in questa città all'infuori anche di quello di cui sopra riflettente per la famiglia Accinni.
E precedente lettura con conferma si è coli' ufficio sottoscritto • Gabriele Capuano - Talice - Guerrieri.
Deposizione del Testimone Pietro Andriani (Foglio 64) • L'Anno 1863, il giorno 11 Marzo
Innanzi al giudice Istruttore signor Talice nel circondario di Napoli con 1' assistenza del Cancelliere Guerrieri.
Interrogato. Ha risposto:
Io sono difensore del Cavaliere Giovanni. Cosiron, di Errico Accinni, e del minore Alfonso Accinni creditori della Principessa Barberini Colonna di Sciarra nata d'Andrea, di un capitale di ducati 4000 che nel 1857 se non erro, costei si obbligò di pagarlo riconoscendo un debito paterno come da atto pubblico per Notar Campanile.
Prima di me era incaricato di tal causa l'Avvocato ora Consigliere Gabriele Capuano.
Io già nell' anno 1859, spiccai precetto di pagamento alla Principessa. Ella si oppose pretendendo la consegna di alcuni titoli originari del credito dei miei clienti. Ma la corte di appello in marzo 1860, rigettò l'appello ordinando la consegna di titoli contemporaneamente al pagamento. Questa pratica fu trasandata per le vicende de'tempi, e per la dimora di quella Principessa là fino al 2 gennajo in cui saputo io, e che la Principessa si trovava in Napoli, e che era morta la sua avola Duchessa di Seminara per lo che diventava esigibile la dote di detta principessa promessale dalla madre , nel tre gennajo, io feci imporre sequestro presso la Marchesa di Pescopagano in danno della principessa , e la convenni in giudizio per la conferma di tale sequestro. Posteriormente, mi portai dal suo Avvocalo Michele Guida per interporre i suoi buoni uflìcj pel pagamento, e questi mi diresse al signor Michele Roberti che era stato di recente nominato suo procuratore. Mi portai allora dal signor Roberti che si mostrò ignaro della causa di quella lite, e mi dimandò passargli le carte che non dubitai consegnargli per riprenderle dopo tre, o quattro giorni.
In questo mentre ho saputo dai giornali dell'arresto della principessa , e la perquisizione in casa del Signor Roberti, ed io di tutto questo ne so quel tanto che ne dissero i giornali.
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