Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      parte prima. — libro primo. mt
      Uno dei vizi maggiori di quel governo provinciale si era l'incertezza ed instabilità della legislazione. Questa, oltre ai pochi ordinamenti lasciati nelle province dai capitani conquistatori, ed alle rare leggi ché la Repubblica promulgava per le cose provinciali, consisteva principalmente negli editti dei pretori , destinati a governarle. Tali editti che cangiavansi all' arrivo d'ogni novello magistrato, obbligavano i provinciali a consultare in ciascun anno novelle tavole per la tutela o conoscenza delle proprie ragioni. Queste leggi altronde erano non solo promulgate, ma applicate eziandio dai medesimi pretori, i quali confondevano le parti di legislatore e di giudice. E da ciò proveniva che i provinciali fossero di frequente tratti a sospettare che gli arbitrii fossero per essere iniqui dove erano tanto ampi; e che, mescolandosi insieme due cose di sì gran momento ciascuna, la legge, fatta in prima con animo sincero, si travolgesse dappoi a senso non suo, per applicarla con favore o con odio; oppure, che in fin dal principio nel far la legge si prevedesse di già quali persone doveano esserne colpite o favoreggiate, onde la legge, in luogo di essere frutto di principii generali di giustizia, fosse inspirazione di ragioni personali.
      I Romani miravano con ciò ad aver nelle loro mani il più strettamente che fosse possibile le sorti dei paesi soggetti; dimodoché (come scorgesi anche in alcune signorie dei nostri tempi) i principii di libero governo messi in opera nella metropoli, mutavansi nelle province in un governo più arbitrario che assoluto. Non perciò eglino trasandavano quegli altri mezzi che potevano conciliare al loro governo 1' affezione dei provinciali: poiché forse non v'ha nazione, dalla quale possano attingersi più begli esempi di fina politica, come la nazione romàna. Belle oltremodo sono le instruzioni eh' eglino davano ai novelli pretori, delle quali conservansi molti brani nelle Pandette di Giustiniano. Il pretore dovea, per esempio, prima di porre il piede nella provincia, avvisare i provinciali del suo arrivo con pubblico bando, raccomandarsi loro, far menzione delle private dimestichezze o negozi seco loro avuti nei tempi addietro, pregarli di non voler fare a lui alcuna pubblica dimostrazione di onoranza movendosi ad incontrarlo. Il pretore dovea anche entrare nella provincia per quella parte dov' eravi_
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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Repubblica Romani Pandette Giustiniano