Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
22' storia di sardegna. ttissima; alla cai fama non può recar discredito, se nelle sue terre cresce un apio selvatico, la cui acrimonia vuoisi tale, che contraendo i nervi della bocca a chi per mala ventura se ne ciba lo costringe a perire fra gli spasimi di ona convulsione, somigliante in tal qual modo ad un riso forzato.
Dell' ampiezza e del frutto del commercio e dell' industria negli stessi tempi fanno eziandio fede le grandi strade registrate ne\\' Itinerario di Antonino: delle quali durano ancora le splendide vestigia; come durano i magnifici avanzi di acquedotti, di templi, di anfiteatri, e di monumenti di art» greca e romana,'che a chiunque si accinge a discoprire quelle vastissime tombe delle numerose città sarde prostrate al snolo nafte posteriori età, vengono di primo tratto alla mano.
La memoria più di tutte le altre la più durevole qnella si è della lingua dei Sardi ; i quali parlano anche oggidì nel lor volgare, e con assai minor travisamento di ciò che sia avvenuto nelle altre favelle di egual genèsi, la lingua dell'amico loro Ennio, e del lor nemico Cicerone. Riconosceva infatti il dottissimo Muratori nei diplomi sardeschi del secolo XII le sembianze native del latino idioma. E gran frutto perciò potrebbe trarsene da chi, ricercando il nascimento primiero della primogenita e della più vaga di quelle lingue, facesse paziente confronto di quell' antico favellare dei Sardi coll'antico linguaggio cortigiano della Sicilia, e coi vecchi dialetti dell' Italia.
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