Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
PARTE PRIMA. — LIBRO TERZO.
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LIBRO TERZO.
SOMMARIO.
Spedizione dell'Infante don Alfonso d'Aragona. — Assedio d'lglesias.— Battaglia presso a Cagliari. — Fine della signoria pisana.—Giudice di Arborea Ugone, favoreggiato d'Aragona —Suo figliuolo Mariano la osteggia. —Battaglia navale di Alghero. —Ugone IV di Arborea.— Eleonora sua sorella, eroina e legislatrice. — Gli Aragonesi vogliono intera la signoria. — Battaglia di Sanlurl. — Alfonso V stabilisce in Sardegna il governo parlamentare.—Notizia di queste leggi politiche.—Visita Alfonso due volte l'isola. — Guerre civili dei marchesi d'Oristano nel regno di don Giovanni.—La Sardegna quieta nel regno di Ferdinando il Cattolico e d'Isabella di Castiglia. — Carlo V. — Filippo II, non tiranno, ma benefattore in Sardegna. —Filippo 111.— Prime università degli studi. — Filippo IV. — Invasione francese in Oristano.—Carlo II, ultimo sovrano austriaco nelle Spagne.—Giudizio del Governo aragonese e casigliano in Sardegna, e considerazioni generali sulla condizione dell isola in quei secoli.—Guerra di successione.— La Sardegna imperiale. — Novamente e infelicemente spa-gnuola. — In fine italiana.
Bonifacio Vili, findal principio del suo pontificatoci 295], nel conchiudere con Jacopo II re di Aragona un accordo, pel quale dovea cessare fra questo sovrano, la casa d'Angiò e la Chiesa romana ogni contenzione sul possesso della Sicilia, comprendeva nelle segrete condizioni di tale trattato la promessa della concessione della Sardegna : e Jacopo acconsentiva all' abbandono di qualunque suo diritto sulla Sicilia, la quale era destinata dopo altri quattro secoli ad essere di nuovo con uguale rinuncia scambiata con l'isola sarda.
Riducevansi nel 1297, ad effetto le promesse del pontefice; ma Jacopo non fu in grado di prender possesso dell'isola che Bel 1323, quando cioè potè ragunare a tal uopo quell'armata che gli era necessaria per cacciarne i Pisani, e quando per l'ausilio profferitogli dal giudice di Arborea, Ugone III, potea far fondamento non meno sulle proprie che sulle altrui forze.
Il comandante della spedizione era il giovine principe don Alfonso figliuolo del re, cui il genitore, accomiatandolo in presenza della regina e degli altri principi, allorché era per salire
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