Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
PARTE PRIMA. — LIBRO TERZO. 43
ghero [1354]; e questa rócca gli apri dopo quattro mesi le sue porte, e fu ripopolata da coloni aragonesi, quando il re, al quale quel grande apparato di guerra era tornato infruttuoso, calò a condizioni di aggiustamento, per mezzo del giudice, che l'arbitro fu in allora di una pace poco onorata per le armi di Aragona. E se n'ebbero maggiori le prove, allorché trascendendo Mariano alle aperte ostilità, e vinti in molti incontri gli officiali del re, potè dirsi, che più nelle mani di lui che in quelle del re di Aragona stesse la sovranità dell'isola. Se non che, prima di compiere tutti i suoi disegni scendeva egli nel sepolcro. [1376], Uomo in verità non ordinario. Costante nella primiera fede anche quando potea nuocere, costante nell'odio anche quando il ritorno alla fede avrebbe potuto giovargli, nell'una e nell'altra fortuna fe prova di animo non pieghevole. A portata di giudicare della politica e della possanza del Governo aragonese, e veggendo stranamente impigliate le cose di quei sovrani negli altri loro Stati per le guerre spagnuole di quell'età, egli disperò forse di veder radicata la loro dominazione nell' isola. E perciò, alloraquando potè credere che dagli Aragonesi stessi venisse spezzato il vincolo che lo univa ad essi, col minor conto fatto della fede di lui, egli non vide mezzo veruno fra il malcontento e la sollevazione, come non ne vide poscia fra il combattere per gli antichi dritti della sua casa, e l'occupare la sovranità intiera dell'isola. Guerriero, egli amò meglio infievolire i nemici affaticandoli che investendoli,e stimò maggior prudenza il commettersi a molti scontri, e con ciò alle vicende compensatrici della sorte, che 1' avventurare in una battaglia ordinata la somma intiera delle cose : forte com' era per la prima maniera di guerra della esperienza dei luoghi, e del braccio de'suoi Sardi, agili e destri feritori, e più adatti perciò a quei combattimenti alla spicciolata. Legislatore della sua provincia, egli incoraggiò con savie leggi 1' agricoltura e l'industria. Né a rendere più stabile questa sua doppia gloria mancò la fortuna : poiché, dando la vita ad Eleonora, di cui fra poco si darà contezza, egli lasciò dopo di sè un' eroina, che con la spada seppe rincalzare le vittorie di lui, e col suo codice diede vita immortale agli ordinamenti paterni. Qualunque dopo ciò sia il giudizio che dee portarsi di questo principe sardo, si potrà sempre fer-
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