Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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STORIA DI SARDEGNA. tzione prematura. Quando pertanto si consideri che tante doti erano riunite in una femmina, e in una femmina del XIV secolo, si giudicherà facilmente che l'oscurità in cui giacque fra gli stranieri la sua memoria, è l'oscurità stessa di quei tanti eroi, i quali non per altra ragione sprofondarono nell'obblio, che per esser loro mancato 1' applauso degl' uomini d'ingegno.
Mentre contendevasi iti Sardegna per la successione di questa principessa, don Martino re di Sicilia [1409], figliuolo del re di Aragona, ponevasi in animo di ricondurre sotto il dominio paterno quelle province sarde che ne aveano scosso intieramente la soggezione. E trionfava egli in giornata campale presso al luogo di Sanluri delle forze riunite dei due pretendenti al giudicato d'Arborea ; ma meno saggio che valoroso, periva indi a poco fra le letizie del trionfo, vittima di alcuni suoi stravizi. Onde infiacchitasi per tal morte la causa regia, il visconte di Narbona potè continuare a padroneggiare in Sassari; frattanto-chè i provinciali di Arborea, mal paghi della maniera con cui avea egli sostenuto le sue pretensioni al giudicato, eleggevano a giudice un ottimate d'Oristano chiamato Leonardo Cnbello, il quale, dopo alcune fazioni sostenute con gli Aragonesi, calò finalmente con essi ad amichevole concordia. Con questa aboli-vasi per sempre il nome infausto per gli Aragonesi di giudice di Arborea ; e la città d' Oristano, i così detti campidani che la circondano, e la provincia del Gocean® si lasciavano in feudo a Leonardo col titolo di marchese d'Oristano e di conte del Go-ceano, promettendo egli alla Corona l'annuo censo di cinquecento fiorini aragonesi.
Ma il re poco giovavasi di questa mutazione, perchè in quello stesso anno [1412] moriva, lasciando tutti i suoi regni in grande esitazione per l'incertezza del successore. La qual titubazione nondimeno non penetrò nell'animo del viceré di Sardegna don Pietro di Torrellas,il quale, mancando la persona del sovrano, imprese a servire con ugual ardore la causa della Corona, essendo dovuto principalmente al suo senno e al suo valore, se in quel lungo trambusto non si perdette ogni frutto delle passate vittorie. Grande vantaggio ritraeva ancora la causa della Corona dalla valorosa difesa che in quell'interregno fecero gli Algheresi della loro ròcca contro alle soldatesche del visconteDigitized by
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