Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      STORIA DI SARDEGNA. tpresentare al sovrano le cose necessarie al bene dello Stato ; essendo stata a questo stamento in modo particolare commessa la tutela delle ordinazioni vinte nei parlamenti. Ed in questo rispetto si dee osservare,che siccome ciascun ordine rappresentava una classe diversa di cittadini, cosi le risoluzioni prese, se furono accordate fra i tre stamenti ed approvate dal sovrano, obbligavano il regno intiero, ed aveano forza di legge generale ; mentre che quelle che ad un solo ordine appartenevano, per una sola classe di cittadini partorivano obbligazione.
      Allorché non pei bisogni subitani, non suscettivi di norme regolari, ma colle ordinarie solennità si assembrarono le Corti, le formalità maggiori'furono quest' esse. Il re scrisse a ciascuno dei membri del parlamento, dicendo loro, richiedere il servizio pubblico che si convochi la generale assemblea della nazione; aver già egli per tal fine destinato a presidente il suo viceré ; convengano adunque dove e quando siano dallo stesso viceré invitati. Giunto il di del convento, portossi il viceré col suo consiglio, e con i tre stamenti in pompa alla chiesa maggiore dove salito sul trono, circondato dai ministri primari, annunziò quali fossero le condizioni del suo mandato, e le intenzioni del re nell' intimare quella ragunanza ; alla qual dichiarazione rispose 1' arcivescovo di Cagliari a nome comune : profferirsi eglino di secondare le benigne risoluzioni manifestate pel bene dell'isola; ne avesse il sovrano le dovute grazie. Convennero poscia gli stamenti in luogo distinto, comunicando i consigli fra essi e col presidente per mezzo di deputati a ciò fare eletti. Ma prima che si passasse agli atti maggiori, occuparonsi le corti di eleggere tre maniere di uffiziali, che abilitatovi, provvisori, e trottatori vennero appellati. Gli sei abilitatori, nominati per una metà dal presidente, e per l'altra dagli stamenti, ebbero P incarico di riconoscere la validità dei titoli delle persone di nuovo intervenute al parlamento. Ai diciotto provvisori, scelti anche in parte dal presidente, fu commesso 1' ufficio di sentenziare sopra qualunque angheria venisse ad esser imputata agli uffiziali regii, o per dinunzia degli stamenti o per querela di qualunque individuo. Ai sedici trattatori, eletti in modo consimile, spettò l'economia delle spese, e la ripartigione equa dei tributi che dal parlamento si doveano offerire. E fra questi uffi-
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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