Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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STORIA DI SARDEGNA.
Quella malvagia politica del consumare nei bisogni od arbitrii presenti le sostanze che apprestar doveano alimento ai regni successivi, non si mostrò solamente nelle concessioni feudali. L'isola, per la sua situazione, per l'abito acquistato nella lunga dominazione di due repubbliche trafficanti, era accomodata quant' altra mai a mantenere un esteso traffico. Il diritto adunque di disporre delle gabelle del commercio era un diritto prezioso per la Corona, nel rispetto non meno degli interessi dello Stato, che degli interessi fiscali. Tuttavia fino dai primi tempi della novella monarchia il sovrano abbandonava la facoltà d'imporre dazi sulle mercatanzie straniere, investendone i Consigli delle città. Nel mare sardo erasi ripigliata nel secolo XVII con attività e successo la pésca dei tonni per lungo tempo intermessa: e promettevasi con ciò all'erario un copioso e durevole profitto. Ma la metà del secolo XVII era appena varcata, che le sei più considerevoli tonnare erano passate nel dominio di un patrizio genovese, il quale avea rallegrato gli amministratori del tesoro collo sborso di trecento trentamila scudi. Più sicuro emolumento somministrava al fisco nello stesso tempo il diritto di pescagione, che esercitavasi in alcuni degli stagni principali dell'isola. Ciò nonostante anche tali diritti passavano in mani private; ed acquistandosi dallo stesso possessore delle sei tonnare i più fruttiferi di essi stagni, ingoiavasi per sempre in quello che poteasi allora giustamente appellare baratro fiscale
10 sterile ricompenso di centoventimila scudi. Per denaio ven-devansi quindi i diritti da riscuotersi nelle pubbliche scrivane-rie : per denaio mercavansi i privilegi conceduti ai Comuni ed ai particolari; e per denaio riscattavansi poscia gli obblighi, ai quali tali privilegi assoggettavano i compratori. Tanto infine fu
11 trabocco nello sperperare le sostanze dell'erario, che oramai il novero delle cose pubbliche vendute pareggiava quasi quello delle cose pubbliche vendibili.
Assottigliatesi dopo tale sgombramento le entrate del principe, maggiore di giorno in giorno si rendette l'inopia dell'erario, il quale non avea altro miglior soccorso che il donativo annuo offerto dagli stamenti.e la tassa imposta sulla granquantità di biade cbe asportavasi dall' isola. Ma assorbivasi, e il più delle volte so-pravanzavasi la rendita, ogni qualvolta le spese allora frequen-
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